Julia Voth: Trixie
Erin Cummings: Hel
America Olivo: Camero
Michael Hurst: Gage
Ron Melendez: Deputy Fuchs
William Gregory Lee: Hot Wire
Minae Noji: Kinki
Kevin Sorbo: Mr. Phoenix
Lucy Lawless: Mother Superior
Renee O’Connor: Sister Batril
Zoe Bell: Rawhide
Regia: Rick Jacobson
Sceneggiatura: Eric Gruendemann
Fotografia: Stuart Asbjornsen
Musiche: John R. Graham
Costumi: Rosalida Medina
Riduzione cinematografica di una graphic novel? Sex Movie? Film d’azione? Irriverente commedia parodistica? Il poco conosciuto e talentuoso regista Rick Jacobson attinge da tutte e quattro le fonti, portando sulla scena originalità ed intrattenimento: non è il genere ma la qualità il metro di misura del suo “Bitch Slap”
Malconce, stanche ma comunque sensualissime, Trixie (Julia Voth), Hel (Erin Cummings) e Camero (America Olivo) fermano la loro macchina in un sperduto angolo di deserto. Dal cofano, fanno “gentilmente” uscire il malavitoso Gage (Michael Hurst), che torturano al fine di conoscere la locazione di un invitante bottino: diamanti per duecento milioni di dollari. La ricerca è interrotta dall’arrivo di due inaspettati personaggi, un poliziotto (Ron Melendez) ,infatuatosi della bellissima Trixie, e Hot Wire (William Gregory Lee), vecchia conoscenza di Camero anch’egli interessato ai diamanti. Il tutto portato sullo schermo basandosi sul dispiegamento dei segreti in cui le tre protagoniste si sono avvolte. Quando la verità sembra ormai svelata, c’è tempo per un ultimo colpo di scena.
Ad una prima occhiata, “Bith Slap” appare il classico film d’exploitation, partecipe di una tendenza florida ed acclamata, che occupa ormai un posto di rilevanza nel cinema moderno. La pellicola, realizzata nel 2009 ma donata agli schermi solo due anni dopo, prende le mosse dal precedente “Faster, Pussycat! Kill! Kill!, cult del 1965 diretto da Russ Meyer, che, prima di “Bitch Slap”, aveva ispirato moltissimi prodotti di genere, fra tutti “Perdita Durango”, “Grindhouse” e “Kill Bill”.
Quando, però, il film viene sottoposto a più attenta analisi, assume ben altre caratteristiche. Lo stile “da graphic novel”, esasperato fino al sorriso dello spettatore, la classica triade contenutistica “sesso- ironia- azione”, diventano la riduzione parodistica del genere stesso in cui “Bitch Slap” va a collocarsi. Si tratta di una parodia che passa vuoi da alcune ottime trovate registiche, vuoi da alcune disposizioni della produzione stessa. La scelta di accogliere la maggior parte dei personaggi inquadrandone il piede nell’atto di lasciare il sediolino di un automobile, la presa visiva delle mozzafiato protagoniste, che strizza l’occhio ai maschietti in sala ma tende troppo spesso ad un’esasperazione “volgare” e poco erotica, la voluta ridicolizzazione delle scene d’azione, indirizzano la pellicola più verso il faceto che il serio. A ciò si aggiunge una narrazione dinamica dai tratti semplici e ben definiti, come dinamico risulta il ritmo con cui si dispiegano gli eventi.
Ciò che ci viene proposto, dunque, è una parodia ben congegnata che fa spirare una ventata di freschezza nell’usurato mondo dell’exploitation: proprio per questo, è un peccato che la godibilità del prodotto non sia assoluta e diretta.
VOTO 6/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano