Weekend corposo e multietnico, con dieci pellicole quattro nazionalità
e tanta qualità. Vediamone insieme i protagonisti.
I PROTAGONISTI
Nell’ormai consuetudinaria anticipazione alle uscite del venerdì,
troviamo due pellicole nelle sale già dal lunedì precedente. In “Anvil! The Story of Anvil”, vediamo
raccontata la parabola del gruppo canadese Anvil, pioniere dello speed metal e
ispirazione per la nascita dei miti del genere, vedi Metallica e Megadeth. Gli
Anvil danno vita ad un nuovo microcosmo musicale senza sfruttarne a pieno le
conseguenza: ci provano e ci riprovano per trent’anni ma la loro stella si
spegne prima ancora di accendersi. Il regista Sacha Gervasi affianca gli ormai
cinquantenni Steve Kudlow e Robb Reiner, fondatori del gruppo, ripercorrendo
insieme gli originali entusiasmi, il successo sfiorato, la mediocrità e
l’ascesa fino alla frustrazione di sapere che il proprio posto non è in
sgangherati e puzzolenti bar di periferia.
Ad aprire la settimana contribuisce “Sàmara”, in cui il saltimbanco Luis, la bella danzatrice Rosita e
il giovane Morito si ritrovano a percorrere insieme la strada verso Sàmara,
appunto, città d’arte in cui si vive di emozioni e spettacoli. Romantico quanto
utopico road-movie a metà tra il racconto fantastico e il film di formazione,
“Sàmara” compie, prima di tutto, un viaggio interiore cercando la metà della
felicità artistica e della spontaneità
creativa.
Si prosegue con le uscite regolari. Arriva dalla Francia “The Lady- L’amore per la libertà”,
pellicola dedicata alla vera storia di Aung San Suun Kyi, leader politica
birmana, orchidea d’acciaio del movimento Myanmar e vincitrice del Premio Nobel
per la Pace nel 1991. Alla morte del padre, leader del movimento
indipendentista, la Suun si trasferì in Gran Bretagna e sposò il professore
Michael Aris per poi far ritorno in patria e guidare la lotta alla libertà del
proprio popolo. Vicenda politica ed umana ad un tempo, “The Lady” sembra voler
dar maggior rilevanza al cuore: Luc Besson, in cooperazione con la scrittrice e
sceneggiatrice Rebecca Frayn, punta alle fatiche emotive della donna,
sottolineando di meno l’attività istituzionale. Una strada comunque valida,
considerando anche le prove attoriali, su tutte quelle della protagonista
Michelle Yeoh, probabilmente alla sua miglior interpretazione.
Sempre dalla Francia arriva “17
Ragazze”. In un piccolo quanto limitato centro della Bretagna, la liceale
Camille Fourier rimane incinta: in breve la giovane, osteggiata dalla comunità,
diventa un modello di libertà e indipendenza per altre sedici amiche,
intenzionate a seguire il suo esempio. Le Sorelle Coulin prendono un evento
realmente accaduto in Massachussets nel 2008 e lo importano nella propria
terra, per farne una storia intensa e brillante. Una pellicola che fa della
maternità giovanile un atto di eroismo e bellezza, una ribellione rockettara.
Superiamo, poi, i Pirenei e spostiamoci in Spagna per “Cosa piove dal cielo?”, in cui Roberto,
burbero ferramenta di Buenos Aires, vede la propria monotona routine turbata
dalla “caduta dal cielo” di Jun, un giovane orientale in cerca dello zio che
l’ambasciata cinese pone sotto la sua tutela fino al termine delle ricerche.
All’apparenza una semplice boutade, “Cosa piove dal cielo?” riesce a miscelare
intrattenimento comico e narrazione, trovando la sua vera forza nella coppia
Borensztein- Darin, rispettivamente regista e protagonista.
Rimaniamo nel Vecchio Continente ma muoviamo verso la nostrana
penisola, che fornisce altre due pellicole all’appello. In“E’
nata una star?” la vita di Lucia e
Fausto viene sconvolta dalla scoperta delle doti dell’adolescente figlio Marco,
nuova star del porno. Prendendo le mosse da un romanzo breve di Nick Hornby,
Lucio Pellegrini anticipa la cinematografia britannica, trasponendo per primo
l’opera dello scrittore di Highbury. La tempestività produttiva non fa il paio
alla resa qualitativa: se il merito di Hornby sta nell’incisività ironica della
storia, Pellegrini e Co. ne fanno una riflessione “seriosa” sulla famiglia e
sul mondo contemporaneo annacquando eccessivamente lo screenplay a
disposizione.
Quando, nel 2006, correva il quarto centenario della pubblicazione del
“Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes, Mimmo Palladino decise di celebrare
l’evento su celluloide. Nasce così “Quijote”,
ennesimo esperimento dell’artista beneventano che dimostra, al di là dell’ormai
rinomato senso estetico, profonda conoscenza cinematografica. Lui che non è
propriamente un addetto ai lavori, si occupa perfettamente della trasposizione
del romanzo e della direzione del ricco cast, tra cui spiccano Peppe Servillo e
Lucio Dalla. In ultimo, completano il fine settimana le pellicole made in USA.
Ritorna nelle sale il malefico motociclista della Marvel in “Ghost Rider- Spirito di Vendetta”,
proseguendo le avventure ridotte per il Grande Schermo nel primo episodio del
2007. I cambiamenti narrativi, di location, di budget e, in parte, di cast,
aiutano veramente poco una produzione continuamente in affanno, dalla
sceneggiatura esile e poco entusiasmante. Potrebbe giungere in aiuto, almeno,
l’esperienza grafica ma, per essere una pellicola totalmente basata sull’azione
e sulla spettacolarità dell’immagine, il risultato è comunque insufficiente.
Protagonista di “The Raven”
è, invece, il genio letterario Edgar Allan Poe chiamato all’azione dal
detective Emmet Fields, a seguito di un duplice omicidio compiuto nella
modalità di uno dei suoi romanzi. Per Poe comincerà una sanguinosa caccia
all’uomo che vedrà coinvolto il suo unico amore, Emily. A metà tra l’opera
biografica e il thriller di derivazione letteraria, “The Raven” si propone,
senza riuscirvi fino in fondo, di rispettare entrambe le proprie anime: la
preannunciata caratterizzazione del poeta ed il finale fin troppo scontato,
trovano il contrappeso dell’utilizzo filmico della figura di Poe, infilato in
una storia che passa per molte delle sue storie.
Infine, “Take me home tonight”
segue le vicende di tre giovani, Matt, la sua gemella Wendy e l’amico di sempre
Barry, alle prese col proprio futuro da adulti, ormai alle porte alla fine
degli studi. A primo impatto “Take me home tonight”, primo lungometraggio degno
di nota del regista Mark Dowse, può sembrare l’ennesima commedia, divertente e
dal sapore giovanile ma la pellicola vanta sicuramente qualcosa in più. E’ la
storia degli universi di tre giovani adulti che si preparano ad imboccare la
strada della vita vera, che escono dall’ovattato nido familiare ed
universitario per affrontare il mondo dei grandi, del lavoro, delle
responsabilità.
LE SORPRESE
Si merita la nomina del fine settimana, Pietro Castellitto. Classe 1991, figlio di Sergio e della
scrittrice Margareth Mazzantini, il giovane Pietro, dopo due pellicole in cui
viene coinvolto dai genitori (“La bellezza del somaro” e “Venuto al Mondo”), si
libera dell’ingombrante presenza genitoriale con “E’ nata una star?”.
Considerati i notevoli natali e la tenera età, ci si aspettano grandi cosa da
Pietro. Ai posteri l’ardua sentenza.
I FLOP E I TOP
Come da consuetudine, segnaliamo ora i meno bravi del weekend:
3°.
Solo richiamo per Massimo d’Orzi. Teatrante e cineasta attivissimo fin da
giovanissimo, d’Orzi trova solo nel 2009 il lungometraggio di fantasia: il suo
“Sàmara” è ammantato da una coltre onirica, un sogno da cui, però, non c’è
risveglio: la narrazione, infatti, non sfrutta l’atmosfera e rimane statica,
così come statici sono i personaggi.
2°. Secondo
sul podio dei cattivi, Lucio Pellegrini.
Il regista de “E’ nata una star?” fa dell’omonimo romanzo di Hornby una
produzione “eccessivamente italiana”, che ha nella modalità familiare-morale il
suo standard predefinito.
1°.
Sul primo posto sgomitano in tre,Mark Neveldine, Brian Taylor e Nicolas Cage.
Rispettivamente registi e protagonista di “Ghost Rider- Spirito di Vendetta”,
il trio realizza una delle pagine peggiori della storia marveliana su Grande
Schermo: forse fu peggiore solo il primo episodio che vide Cage sulla moto
dell’Inferno.
Dulcis in fundo, i migliori del fine settimana:
3°.
Medaglia di bronzo a Luc Besson. Dopo il triplice viaggio nel mondo dei Minimei, il
regista francese ritorna al cinema “in carne ed ossa” e lo fa con un soggetto
degno del suo talento: proprio per questo si può apprezzare comunque il lavoro
del regista francese anche se meno impegnato sul versante politico della
vicenda.
2°. Secondo
posto del podio per Sacha Gervasi. Il documentarista londinese compie un viaggio
nella decadenza ed il rimorso, firmando uno dei più toccanti documentari
musicali degli ultimi anni.
1°.
Premiazione multipla anche in questo caso, con Delphine e Muriel Couline. Le sorelle francesi fanno di “17 Ragazze” una
pellicola delicata ma estremamente vitale, realizzata con perizia tecnica ed
emotiva: una delle migliori espressioni francesi del momento.
BOX OFFICE
Come a confermare la pessima reputazione del nostro pubblico, scatta
in vetta “Ghost Rider- Spirito di Vendetta”, con 1.253.774,92 € incassati in
sole settantadue ore. Il maledetto eroe Marvel riesce a battere anche la
commedia italiana “E’ nata una star?” mentre segue, al terzo posto, “Quasi
Amici”, fenomeno mediatico ormai alle soglie dei 10 milioni di incasso.
Deludente, invece, l’arrivo nelle sale di “The Raven”, fermo a 606.527,12 €.
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano