Dane DeHaan: Andrew Detmer
Michael B. Jordan: Steve Montgomery
Alex Russel: Matt Garetty
Michael Kelly: Richard Detmer
Ashley Hinshan: Casey Letter
Regia: Josh Trank
Soggetto:
Josh Trank, Max Landis
Sceneggiatura:
Max Landis
Fotografia:
Matthew Jensen
Montaggio:
Elliott Greenberg
Scenografie:
Stephen Altman
Anonimo studente all’ultimo anno di liceo, Andrew nasconde una
difficile situazione familiare, con la madre ormai in fin di vita ed un padre
incattivito dall’alcol e dalle sofferenze. Cerca e trova in un telecamera lo
svago all’indifferenza dei coetanei e ai disagi emotivi. Dall’oggetto non si
separa mai, nemmeno durante un rave party a cui arriva insieme al cugino Matt:
proprio nel bel mezzo della festa Andrew, Matt e il popolare Steve rinvengono
una strana caverna scavata dallo schianto di qualcosa. Da quella caverna i tre
ragazzi escono cambiati, dotati di inspiegabili poteri. Le nuove abilità
sconvolgono loro la vita, in particolare quella di Andrew che assaggia per la prima
volta popolarità e felicità, dimenticando l’inevitabile confronto con i demoni
che si porta dentro.
Se ci si fermasse ai primi venti minuti di visione, “Chronicle”
sarebbe semplicemente l’ennesimo sci-fi commerciale girato in presa diretta,
dal finale scontato e dallo scarso respiro narrativo. È arrivando fino ai
titoli di coda che il primo lungometraggio di Josh Trank dimostra la sua vera
essenza. Il mockumentary viene progressivamente a miscelarsi al montaggio in
found footage (termine che indica film realizzati interamente o quasi con un
metraggio preesistente, poi riassemblato in un altro contesto), creando un
binomio unico: per tutta la durata del girato le riprese vengono effettuate
utilizzando le telecamere messe a disposizione dalle stesse ambientazioni,
dalle videocamere di sorveglianza al filmino amatoriale durante una festa di
compleanno, innovando una tendenza, quella del semplice mockumetary, che
cominciava ad annoiare.
Alle abilità di Trank vanno sommate quelle dello sceneggiatore Max Landis,
responsabile delle fantastiche caratterizzazioni dei personaggi, su tutti
Andrew e suo padre. Il delirio di onnipotenza del primo e la morbosa sofferenza
del secondo giocano a rincorrersi sullo schermo, descrivendo sottilmente
l’intricata e dolora relazione
padre-figlio che, a tratti, ci fa dimenticare d’essere dinanzi ad un film di
fantascienza. A tal proposito, un ruolo fondamentale lo gioca Dane de Haan, nei
panni del potente Andrew: dopo la gavetta teatrale e il successo televisivo
(“True Blood” e “Law&Order”), approda al Grande Schermo proprio con
“Chronicle”. Buona la prima, speriamo che rispetti le aspettative.
VOTO 7/10
Marco
Fiorillo
Pier Lorenzo
Pisano
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