Il finesettimana alla vigilia delle festività pasquali regala una
buona parentesi cinematografica, registrando la presenza di meno pellicole
(comunque sette in totale) ma di una migliore qualità generale oltre che di
d’una più equa distribuzione territoriale, con ben sei nazioni in gioco.
I PROTAGONISTI
Esperimento meta- artistico quello operato in “I Colori della Passione”, pellicola che segue la vita di alcuni dei
cinquecento personaggi rappresentati nel 1564 da Pieter Brugel Il Vecchio nel
suo dipinto “Salita al Calvario”; il tema dominante è l’avvicinamento di Cristo
al luogo adibito alla crocifissione, sullo sfondo delle Fiandre di dominazione
spagnola contemporanee al pittore. Il regista polacco Lech Majewski attinge
direttamente dalla tela de Il Vecchio, ispirandosi inoltre al volume “The Mill
and the Cross” di Michael Francis Gibson, storico dell’arte che l’ha
accompagnato nel viaggio alla scoperta del pittore. Un iter verso i migliori
trascorsi artistici che continuerà con un’opera dedicata al “nostro” Dante,
come già annunciato dallo stesso regista. La produzione polacco-svedese è stata
presentata con enorme successo al Sundance Film Festival del 2011.
Dagli States arriva, sorprendentemente, una sola pellicola. Si tratta
di “La Furia dei Titani”sequel del
poco fortunato “Scontro tra Titani” che riprende, a dieci anni di distanza, le
avventure di Perseo, questa volta alla prese con la fuga di Kronos dalla
tartarea prigione, grazie all’aiuto di Ade e Ares: solo il semidio figlio di Zeus può salvare
l’Ellade dalla distruzione. Sostituiti Luois Leterrier, Travis Beacham, Phil
Hay e Matt Manfredi, Liebesman e Co. riprovano l’ ”impresa” di mescolare
sapientemente la resa artistica del 3D alla narrazione avvincente e movimentata.
Se l’obiettivo estetico è perfettamente raggiunto, la narrazione si trascina
monotona e statica, si arena per giunta, e ciò che resta è una gran confusione
e nulla più.
Ampiamente insufficiente la partecipazione spagnola del finesettimana.
In “Paranormal Experience” un gruppo
di studenti accettano le provocazioni di un autoritario professore e
raggiungono la cittadina di Whisper per verificare ed eventualmente indagare
oscure presenze paranormali. La scettiche sorelle Angela e Diana vedranno i
loro trascorsi prender forma durante la “gita”. Horror slasher arricchito solo
dalle tre dimensioni (è la prima produzione iberica interamente in 3D),
“Paranormal Experience” non aggiunge veramente nulla ad un genere già malamente
abusato: la monotona conduzione registica, i tardivi spaventi (a più di metà di
un girato di soli 86 minuti!), gli scialbi tentativi scenografici e le scarsi
dotti attoriali ne fanno un inutile spreco.
Non potevano essere più diverse tra loro le due pellicole made in
Italy. Impegnato e serioso, “Romanzo di
una Strage” rievoca il tragico
attentato di Piazza Fontana del 12 Dicembre 1969, e lo fa attraverso le storie
di Giuseppe Pinelli e Luigi Calabresi. Ferroviere e animatore del Circolo
Anarchico Ponte della Ghisolfa, il primo, vice responsabile della Polizia
Politica, il secondo, si troveranno ai due capi d’un tavolo d’interrogatorio ma
a farne le spese saranno entrambi. La rievocazione cinematografica d’una delle
pagine più nere della nostra storia recente operata da Marco Tullio Giordana, ispiratosi
inoltre al libro “Il Segreto di Piazza Fontana” di Paolo Cucchiarelli, e
l’ottima prova del tandem Mastandrea- Favino fanno di “Romanzo di una Strage”
il cinema italiano di cui ci si può vantare. Tutt’altro discorso vale per “Buona Giornata”, racconto tutto d’un
fiato delle 24 ore di alcuni “rappresentanti” regionali della penisola, da
Milano a Roma, da Napoli a Verona, passando per Bari e Firenze. Superato il
cinepanettone, la “minaccia Vanzina” sembrava sventata almeno per un altro paio
di mesi, e invece Carlo ed Enrico accompagnano anche la Pasqua con l’ennesimo
trionfo del cattivo gusto. A nulla servono le prove, sufficienti almeno a
sprazzi, di De Sica, Abatantuono e Banfi.
Speculari ma d’origini diverse le ultime due pellicole del finesettimana.
Agathe, raffinata quanto odiosa signora di Parigi che vive d’arte e borghesia,
e Patrick, alcolizzato volgare e con la fissa del sesso che vive di piccoli
lavoretti casalinghi, sono i protagonisti di “Il Mio Miglior Incubo”, la più classica pellicola francese: una
commedia dal sapore sociale, fatta d’ironia amara e peripezie impossibili. In “Marigold Hotel”, invece, un gruppo di
pensionati britannici abbandonano le loro vite per il lusso promesso
dall’illusoria brochure d’una residenza nel cuore del Rajasthan. Nonostante la
quasi totale inadeguatezza della struttura, è proprio tra quelle stanze che gli
anziani ritrovano la voglia di continuare. Anche in questo caso possiamo
parlare di commedia classica, ma dallo spirito tutto britannico, dall’andamento
della narrazione alla pulizia registica, dalla standardizzazione dei caratteri
all’ottima prova del cast tutto inglese, tra cui le colonne Judi Dench, Maggie
Smith, Bill Nighy, Tom Wilinkson. Due pellicola belle ma non innovative: il
trionfo della buona tradizione europea.
LE SORPRESE
Britannico d’origini keniote, Dev
Patel si aggiudica la nomina del weekend. Dopo la partecipazione alle prime
due stagioni della serie “Skins”, si mette in mostra davanti agli occhi del
Mondo interpretando Jamal Malik nel grande successo del 2008 “The Millionaire”.
Prima dell’ultima apparizione in “Marigold Hotel” solo il ruolo di villain in
“L’Ultimo Dominatore dell’Aria”.
I FLOP E I TOP
Le dolenti note:
3°.
Ultimo tra i peggiori, Jonhatan Liebesman. Gli vengono affidati i Titani e lui ne esalta
solamente l’epicità sensoriale: spettacolari gli effetti, ma quando le luci si
riaccendono in sala rimangono solo quelli.
2°. Podio
familiare per i Fratelli Vanzina. Esaltano
i peggiori costumi della penisola, facendo sorgere il sospetto che più di
raccontarli, in tutti questi anni, non abbiano fatto altro che istigarli.
1°.
Sul podio dei cattivi un’altra coppia, quella
formata da Viczaino e Padro. Rispettivamente regista e
sceneggiatore di “Paranormal Experience”, riescono a rallentare il mercato
cinematografico spagnolo che si era dimostrato sempre all’altezza nel passato
più recente.
Dulcis in fundo, i migliori del weekend:
3°.
Solo bronzo per Marco Tullio Giordana. Il cineasta milanese riesce a imprimere su
pellicola il nostro “Kennedy- Day”, evitando inutili sentimentalismi e donando
alla vicenda i giusti tempi, la giusta resa, il giusto spirito: quello di 33
anni di indagini che ancora non hanno portato a niente
2°. Secondo
posto del podio al polacco Majewski.
Con “I Colori della Passione” di sicuro non da avvio ad un genere, ma recupera
una tipologia registica di nicchia: una scelta che basterebbe a motivarne
l’esaltazione, anche senza tener conto dell’estrema qualità che caratterizza
tutto il girato.
1°.
Aurea premiazione per Anne Fontaine. Il grande merito della regista di Lussemburgo è
quello di unire davanti alle stesse cineprese Benoit Poelvoorde e Isabelle
Huppert : ne conosce i caratteri ed il talento, li mescola nel giusto dosaggio
stillando un’altra piccola perla di Cinema.
BOX OFFICE
Con 1.2 milioni scatta in testa “La Furia dei Titani”, che riesce
anche nell’impresa di staccare i Vanzina con “Buona Giornata”, comunque in
seconda posizione. Continua il dominio, non più sorprendete, di “Quasi Amici”
mentre trovano accoglienza meno calorosa “Romanzo di una Strage” e “Marigold
Hotel”.
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano
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