Ben otto le nuove uscite che si registrano venerdì, per un concentrato
di qualità e quantità distribuito durante tutto l’arco della settimana, a
partire dal mercoledì. Vediamone insieme i protagonisti.
I PROTAGONISTI
La settimana cinematografica si apre nel peggiore dei modi, con
l’uscita di “Street Dance II”. Per
battere gli “Invincibili”, crew di street dancers che appunto non conosce
rivali, ci vogliono i migliori ballerini di strada, raccolti in giro per
l’Europa, e il connubio con la più estrema tradizione latina della danza.
Cominciando le riprese con un finto flashback accompagnato dalla voce del
protagonista, Max Giwa e Dania Pasquini attuano solo il primo degli scandalosi
e paradossali espedienti del loro secondo episodio di “Street Dance”. Così ritroviamo
la solita crew, la solita gara importantissima a cui manca poco tempo, la
solita contaminazione di stili e di cuori. Senza un briciolo di narrazione, caratterizzazione e
reale rappresentazione artistica (il protagonista Falk Henteschel non è mai
inquadrato interamente quando balla ma è sempre aiutato dal montaggio e dalla
velocizzazione del girato!), ciò che rimane è solo il discreto utilizzo della
tridimensionalità.
Segue, di giovedì, un’altra produzione statunitense, “George Harrison- Living in the material
World”, film documentario diretto da Martin Scorsese che ripercorre la vita
di George Harrison, dai primi anni a Liverpool al successo dei Beatles, ai
viaggi in India. Nell’opera Scorsese si serve di filmati inediti, interviste e
canzoni coi cui racconta cronologicamente la parabola di uno ei profeti della
musica, fino alla sua dipartita da questo mondo. Lo stesso giovedì vede
l’uscita della pellicola italiana “Male
di Miele”. A seguito d’una delusione d’amore, la giovane Sara decide di
raggiungere il peso ideale di 38 chili e si impegna giorno per giorno nel
ferreo regime alimentare e sportivo e nella straziante operazione di facciata
nei confronti dei genitori, in evidente crisi coniugale, e delle amiche, illuse
dalla superficiale serenità ostentata da Sara. Né “pubblicità progresso” né
pellicola adolescenziale, “Male di Miele” alza il tiro ad ampia il respiro,
facendosi forte delle immagini del cinema per raccontare un disagio, fisico ed
emotivo, declinato al giovanile ma possibile ad ogni età. Quello di Marco Pozzi
diventa un racconto dalla duplice anima, il puro e sconfinato universo della
giovane Sara, e la stretta gabbia in cui l’attanaglia l’anoressia.
I riflettori del venerdì sono tutti puntati su “To Rome with Love”, l’ultima fatica di Woody Allen. Nella capitale
si ritrovano senza volerlo tutti i protagonisti della pellicola. Il giovane
architetto americano Jack, innamoratosi di Monica e aiutato dai consigli di
John; Jerry e Phyllis, coniugi produttori discografici, che arrivano il Italia
per lavorare con una cantante d’opera; Leopoldo, investito fatalmente da una
fama illusoria; Antonio, invaghitosi della bellissima Anna e sposato con
l’adulterina Milly. Dirige ed interpreta ancora una volta ma la brillantezza
(tecnica, attoriale e di scrittura) che l’ha contraddistinto sembra cominciare
a sbiadire con l’avanzare dell’età. Woody Allen fa di tutto per il suo ultimo
lungometraggio: riunisce un cast d’eccezione, consumando finalmente il tandem
con la sua controparte italiana Roberto Benigni; ritorna in Italia, a Roma,
richiamando alla memoria il miglior cinema d’annata. Neppure in questa chiave
trova validità la stanchezza che contraddistingue tutto il girato.
Dagli USA arriva ancora una pellicola. “Una spia non basta” vede gli amici e colleghi della CIA Franklin e
Tuck contendersi la bella Luren a colpi di missioni segrete e videocamere
nascoste. Poco da dire della spy-comedy messa in piedi da Mc G: buona la parte
comedy, molto meno la parte spy, lasciata in balia del caso e dell’arrangiamento.
A poco servono le buone scene d’azione e la performance, tutto sommato
interessante, del trio protagonista, composta da Matt Hardy, Chris Pine e Reese
Witherspone.
Altra produzione nostrana del finesettimana è “Sandrine sotto la pioggia”. Il protagonista della vicenda è
l’agente di polizia Leonardo che, nello sventare una rapina in banca, uccide
malauguratamente la giovane Martine. Distrutto dai sensi di colpa, decide di
ritirarsi dalla strada in favore del lavoro d’ufficio. La tranquilla esistenza
scelta da Leonardo viene, però, turbata da Sandrine, femme fatale di cui il
poliziotto s’innamora, ignorando il segreto che si porta dentro. Diviso tra il
noir ed il drammatico, “Sandrine sotto la pioggia” diventa la declinazione
sbiadita d’entrambi i generi, sfociando nel racconto della semplice tensione
sessuale tra i protagonisti.
Dalla multietnica collaborazione tra Francia, Algeria ed Italia nasce,
invece, “Il Primo Uomo”, in cui lo
scrittore algerino Jean Cormery fa ritorno nella terra natia poco prima degli
anni ’60, per perorare la causa d’unione razziale pacifica ed equilibrata che
scoprirà così difficile da far valere. Così, approfitterà per riabbracciare la
madre e ripercorrere la travagliata giovinezza algerina. Adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Alberto Camus, di cui Cormery è l’ater
ego narrativo, “Il Primo Uomo” non ha niente da invidiare alla carta stampata.
Una riduzione fedele e ben congegnata, diretta e scritta sapientemente e con
profonda partecipazione emotiva, cui si aggiungono l’ottima fotografia di Yves
Cape e la prova attoriale di un intero cast in stato di grazia, su tutti
Jacques Gamblin, perfetto nei panni di Cormery.
Ducis in fundo, “Leafie” la
storia d’una gallina, Leafie appunto, che riesce a realizzare il proprio sogno,
scappare dal pollaio. Ad attenderla, però, c’è la libertà d’un mondo spietato,
in cui la prima vittima che incontra è il piccolo Greenie, un anatroccolo
rimasto orfano a causa della donnola One-Eye: Leafie decide di allevare Greenie
come un proprio cucciolo. Dalla Korea del Sud arriva un esperimento veramente
ben riuscito: Seong-Yun Oh riesce ad unire l’intricata precisione grafica della
Pixar ai racconti Disney più lontani nel tempo, miscelando il tutto nel
pentolone della cultura orientale. A doppia superbia, doppio onore!
LE SORPRESE
Dispiace dover registrare la sorprendente caduta di Allan Stewart Konigsberg, al secolo
Woody Allen. Pareva essersi liberato dell’ascendente negativo degli ultimi anni
con il capolavoro “Midnight in Paris”, ma il comico più famoso della nostra
epoca ci ricasca di nuovo con “To Rome with Love”. Ma a uno come Woody è
concesso questo ed altro.
I FLOP E I TOP
Ricca la quantità, ricco anche il novero dei cattivi del fine
settimana:
3°.
Ultimo del podio Jospeh Mc Ginty Nichol. Mc G, come preferisce essere chiamato,
continua a dividersi tra la fotografia, la musica, la tv, la pubblicità ed il
cinema: se qualcosa gli riesce meno, pazienza.
2°.
Secondo dei peggiori, l’italiano Tonino Zangardi. Il regista de
“Sandrine della pioggia” utilizza un soggetto tutto sommato sufficiente, anche
se trito e ritrito, distruggendo tutto quello che di buono portava con se.
1°.
Primi sul podio, Max Giwa e Dania Pasquini.
Riprendono “Street Dance” dove l’avevano lasciato, firmandone il secondo
episodio con la stessa svogliatezza e riluttanza tecnica: certo il genere aiuta
poco ma qui si è alla frutta.
Ora appuntiamo le coccarde:
3°.
Terzo posto per Benedetta Gargari. La giovanissima classe 1995, da ancora una volta
prova del suo talento, notato già nel 2003 e poi quattro anni dopo da Ferzan
Ozpetek, che la scelse per “La finestra di fronte” e “Saturno contro”.
2°.
Medaglia d’argento per Seong-Yun Oh. Il regista mette in “Leafie” lo spirito onirico di
Miyazaki e gli anni di sviluppo tecnico e concettuale della Walt Disney,
dimostrando come il mercato koreano possa dire la propria in materia di
animazione di qualità.
1°.
Il migliore del weekend è Gianni Amelio. Da vita ad una delle migliori riduzioni su pellicola
degli ultimi anni, un lungometraggio di spessore emotivo, culturale e civile.
BOX OFFICE
Guadagna la testa delle classifiche “To Rome with Love”, segno
dell’inestinguibile ammirazione dell’Italia per Woody Allen. A seguire
“Battleship”, a quota 3.5 milioni di euro, e “Titanic”, ormai vicino agli 8
milioni d’incasso. Unica new entry degna di nota è “Street Dance II”, che porta
a casa circa mezzo milione di euro.
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano