Ciclo "Per non dimenticare": L'ultimo Capitolo
Bruce Willis: Harry Stemper
Ben Affleck: A. J. Frost
Will Patton: Charles “Chick” Chapple
Steve Buscemi: Rockhound
Billy Bob Thornton: Dan Truman
William Fichtner: Coll. William
Sharp
Peter Stormare: Lev Andropov
Liv tyler: Grace Stemper
Michael Clarke Duncan: Jayotis
“Bear” Kurleenbear
Ken Hudson Campbell: Max Lennert
Owen Wilson: Oscar Choi
Keith David: Gen. Kimsey
Jason Isaacs: Dr. Quincy
Regia: Michael Bay
Soggetto: Robert Roy Pool, Jonathan
Hensleigh
Sceneggiatura:
Tony Gilroy, Shane Salerno, J. J. Abrams
Fotografia:
John Schwartzman
Effetti
Speciali: Richard R. Hoover, Pat Mc Clung, John Frazier
Musiche:
Trevor Rabin
Quando un asteroide grande quanto il Texas punta dritto verso la
Terra, lasciando al popolo umano poco più di due settimane per far fronte alla
drammatica emergenza, la NASA di Dan Truman cerca di escogitarle tutte prima di
arrivare alla conclusione che l’unica soluzione è trivellare la roccia e farla
implodere. L’ardua missione è affidata al trivellatore Harry Stemper, che al
suo fianco rifiuta gli astronauti della NASA, in favore dei suoi colleghi più
fidati, la sua famiglia: il destino della Terra è nelle loro mani.
Colossal apocalittico dalle tinte eroico/drammatiche, “Armageddon”
rimane nel cuore degli spettatori per fattura tecnica, spettacolarità artistica
e trasporto emotivo. Perché Bay e Co. riescono a miscelare perfettamente lo
stile “stelle&strisce” allo studio grafico di Hoover, Clung e Frazier,
consegnando al Grande Schermo una delle pagine più famose ed apprezzate del
genere.
Se oggi riunisce robot davanti alle sue telecamere (la trilogia de
“Transformers” è solo la sua più recente
fatica), quattordici anni or sono Michael Bay si “accontentava” di dirigere in
una sola volta il già senatore Bruce Willis, i beniamini Affleck e Wilson, i
caratteristi Buscemi, Fichtner e Stormare, l’allora sconosciuto Michael Clark
Duncan (famosissimo, qualche anno più tardi, per la sua interpretazione del
gigante John Coffee in “Il Miglio Verde”) e la figlia d’arte Liv Tyler. Ottenne,
inoltre, la prima vera partecipazione alle riprese della NASA, che mette a
disposizione la propria piscina d’addestramento e la rampa di lancio
dell’Apollo 1, oltre alle vere tute indossate dagli attori.
I 553 milioni d’incasso e le quattro nominations agli Oscar (Miglior
Sonoro, Miglior Montaggio Sonoro, Migliori Effetti Speciali e Miglior Canzone)
rendono giustizia ad una pellicola che fa storia.
VOTO 8/10
Marco
Fiorillo
Pier Lorenzo
Pisano
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