Il secondo finesettimana dell’anno nuovo ci regala la prima impennata,
quantitativa e qualitativa ad un tempo. Delle otto pellicole in uscita nella
sale, più della metà vantano un fattura ben sopra la media, con almeno due
eccellenze. Senza ulteriori anticipazioni, andiamo a conoscere i protagonisti
del weekend appena passato.
I PROTAGONISTI
Dalla penna dell’agente segreto romanziere britannico John le Carrè,
lo svedese Tomas Alfredson desume il soggetto della sua secondo perla, “La Talpa”. In una Londra degli anni
’70, il Circus guidato da Percy Alleline deve fare i conti con una possibile
minaccia interna, una talpa appunto, il cui debellamento è affidato all’agente
pensionato George Smiley. Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong,
John Hurt, sono solo alcuni degli attori costituenti il ricchissimo gruppo di
caratteristi scelti da Alfredon, capace di mescere al loro talento un sentire
cinematografico che pochi possono vantare oggi giorno.
Ancora dagli States arriva la
seconda eccellenza anticipata. Si tratta de “La Chiave di Sara”, pellicola che tratta da una nuova angolazione
la strage degli Ebrei di metà ‘900: il regista francese Gilles Paquet-Brannes
sceglie, infatti, di riportare alla memoria i fatti di Vel d’Hiv di Parigi, raccontati
prima dal punto di vista di Sara, una bambina strappata alla casa insieme alla
famiglia che riesce, però, a nascondere e salvare il fratellino, e poi da
quello di Julia, che, in procinto di redigere un articolo sui fatti di Vel
d’Hiv, si imbatte in Sara e nella sua storia. Una parabola struggente ed
intensa fino alla commozione; una vicenda storica perfettamente impressa sulla
celluloide dal talento dell’entourage tutto, sia dietro che davanti le
telecamere.
“Proseguendo in classifica”, troviamo altre due pellicola
d’oltreoceano e una produzione nostrana. “Non
avere paura del Buio” racconta la storia della piccola Sally, trasferitasi
nel Rhode Island insieme al padre ed alla sua nuova compagna nella villa
appartenuta anni addietro al pittore Emerson Blackwood: la dimora ospita già
dei mostruosi inquilini che non aspettano altro che l’arrivo di un bambino.
Diretto da Troy Nixey ma ampiamente ispirato dalla presenza in fase di
scrittura e produzione dal maestro del genere Guillermo del Toro, la pellicola
rispolvera l’omonimo film per la televisione diretto nel 1973 da John Newland,
realizzando un horror dalle venature popolar-religiose perfettamente mischiato
ad una vicenda familiare.
Protagonisti di “Shame”
sono, invece, Brandon e Sissy: malato di sesso e in continuo bisogno di
appagamento fisico, lui; cantante senza fissa dimora e dal triste passato
testimoniato dai tagli sulle braccia, lei. Sono fratelli ma l’unica cosa che
sembrano condividere è lo straniamento dal mondo che li circonda. Ritorna il
due Steve Mc Queen- Michael Fassbender, dopo l’acclamato “Hunger”, in una
pellicola discussa e discutibile: la sceneggiatura poco marcata chiama,
finalmente, ad un film d’interpretazione ed implicito; tuttavia, le cose non
dette diventano troppe e l’attenzione viene troppo spesso distolta dal vero
protagonista della vicenda, il Sesso.
Dal Made in Italy arriva “L’Industriale”,
la storia di Nicola Ranieri, proprietario di una fabbrica prossima al
fallimento e marito sospettoso dell’amore sfiorito della compagna:
l’imprenditore dovrà abilmente dividersi tra banche poco collaborative,
colleghi in ascesa, un padre da non deludere, degli operai da accontentare ed
una moglie da capire. Nel tratteggiare un chiarissimo quadro dell’Italia dei
giorni nostri, quella dei licenziamenti e della crisi, il regista Giuliano
Montaldo costruisce una vicenda estremamente personale, impreziosita
dall’ottima coppia protagonista Favino- Crescentini, dalla livida fotografia di
Arnaldo Catinari e dalla sceneggiatura redatta a quattro mani dal regista
stesso e da Andrea Purgatori, capaci di mantenere alta l’attenzione per tutta
la durata della proiezione, regalando alla vicenda un inaspettato sbocco.
Seguono un’altra pellicola americana ed un’altra italiana. “L’incredibile storia di Winter il Delfino”
si ispira alla storia vera di Winter, una femmina di delfino salvata nel
Dicembre del 2005 in Florida, di cui si fa testimone il regista statunitense
Charles Martin Smith, sottoponendola ad un ampio rimaneggiamento
cinematografico che non ne viola l’anima. Il risultato è una storia d’amicizia
indirizzata alla narrazione del profondo rispetto per tutti coloro che ogni
giorno devono fare i conti con una disabilità. Tra le fila, spicca il giovane
Nathan Gamble, i cui ultimi sforzi vengono premiati con l’affiancamento al
senatore hollywoodiano Morgan Freeman.
Ne “L’Era Legale” troviamo
una Napoli del 2020, profondamente trasformata dalla conduzione del neo sindaco
Nicolino Amore, cui va il merito d’aver fatto della città una metropolita
pulita dentro e fuori, grazie soprattutto alla sconfitta della microcriminalità
riportata a seguito della liberalizzazione delle sostanze stupefacenti, voluta
proprio da Amore. Dalla mente di Enrico Caria nasce questo mockumentary dal
sapore tutto partenopeo, che con l’ausilio di validi interventi indiretti (vedi
Isabella Rossellini e Carlo Lucarelli), una buona dose d’ironia e il volto noto
di Patrizio Rispo, porta ancora una volta sulla scena l’attualissima polemica
socio-politica. Un esperimento mal riuscito.
“Amaro” in fundo, “Succhiami”,
ennesima parodia demenziale dell’universo vampiresco di Twilight, la
fortunatissima serie firmata Stephanie Meyer. Prendendo le mosse dal precedente
“Mordimi”, di cui però non rappresenta un sequel, la pellicola di Craig Moss riesce
a mettere in piedi, per quando possibile, una comicità ancor peggiore: i
ridicoli siparietti e le allusioni scaturiscono puntualmente in uscite volgari
e stupide che non strappano nemmeno un sorriso.
LE SORPRESE
Tra le sorprese del fine settimana vanno segnalati due interpreti.
Continuamente diviso tra piccolo e grande Schermo l’attore britannico Benedict Cumberbatch: dopo il successo
ottenuto con le partecipazioni nelle serie “Hawking” e “The Last Enemy”, ha
messo il suo talento a disposizione di lungometraggi come “L’altra donna del
Re” e “Espiazione”, fino al più recente approdo alla serie “Sherlock”,
attualmente in onda nel circuito italiano. Al fianco di Benedict, la
giovanissima Bailee Madison: apparsa
per la prima volta in “Un Ponte per Terabithia”, il suo enorme talento trova
conferma in “Brothers”, affiancando Natalie Portman, Tobey Maguire e Jake
Gyllenhaal e producendosi in un’interpretazione forte ed emozionante. I
numerosi premi vinti, l’ultimo dei quali per la sua partecipazione alla serie
televisione “Dott. House- Medical Division”, fanno sperare in una carriera più che rosea.
I FLOP E I TOP
In un weekend con un tasso tecnico così elevato, stabilire i migliori
ed i peggiori richiede uno sforzo ulteriore. Vediamo insieme i protagonisti che
si sono segnalati negativamente:
3°.
L’ultimo gradino è occupato Steve Mc Queen. Più un richiamo che una critica per il regista di
“Shame”, che sembra esagerare nel voler limitare lo strumento scrittura a
favore delle immagini, laddove quest’ultime reiterano sempre lo stesso
concetto.
2°. Intermedia
la posizione di Enrico Caria.
Nonostante l’impegno profuso alla realizzazione del suo “L’Era Legale”, il
risultato appare relativamente inconcludente, considerato anche l’obiettivo
polemico.
1°.
Preannunciata la candidatura a peggiore del
finesettimana di Craig Moss. Il suo
“Succhiami” da prova d’una comicità offensiva anche per la riproduzione
domestica: un’inutile spreco di risorse.
In ultimo i migliori della classe:
3°.
Nella parte inferiore del podio Giuliano Montaldo. A tre anni da “I
Demoni di S. Pietroburgo” e a cinquanta dal suo primo lungometraggio,
l’ottantenne regista regala un’altra piccola perla d’italianità
cinematografica.
2°. Medaglia
di bronzo a Kristen Scott Thomas.
L’attrice britannica naturalizzata francese da sfoggio del suo incredibile
talento nell’ultimo “La Chiave di Sara”: dalla consacrazione de “Il paziente
inglese” all’abbandono di Hollywood in favore dell’Europa e della famiglia, il
suo astro non s’è mai spento.
1°.
Anche in questo caso, candidatura pienamente
anticipata per Tomas Alfredson. Gli
elogi servono poco quando si è dinanzi ad uno dei più apprezzati e talentuosi
rappresentanti del Cinema del momento. La sua sensibilità unica, il suo stile
essenziale fatto di sguardi e gesti lo rendono uno dei migliori in quello che
fa.
BOX OFFICE
Si ritaglia un
posto al vertice dei botteghini “La Talpa”, che con 1.114.278€ raccolti nelle
prime quarantotto ore registra duplice successo, di critica e di pubblico.
Risultato negativo per le altre uscite del weekend: “Succhiami” si ferma a
quota 476.381€, “L’Incredibile storia di Winter il Delfino” a 431.370€, “Non
avere paura del Buio” mette insieme 367.701€ mentre “Shame” solo 292.821€.
Continua , invece, il successo della pellicola italiana “Immaturi- Il Viaggio”,
ormai giunta a 9.320.447€ d’incasso.
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo
Pisano
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