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mercoledì 3 agosto 2011

Dredd- La Legge sono Io (1995)

Ciclo "Per non dimenticare": Compleanni di Celluloide


Sylvester Stallone: Giudice Joseph Dredd
Diane Lane: Giudice Hershey
Max Von Sydow: Giudice Fargo
Armand Assante: Rico
Jurgen Prochnon: Giudice Griffin
Rob Schneider: Herman “Fergie” Ferguson
Joan Chen: Ilsa Hayden
Balthazar Getty: Cadetto Olmeyer

Regia: Danny Cannon
Soggetto: John Wagner, Carlos Ezquerra, Michael de Luca, William Wisher Jr.
Sceneggiatura: William Wisher Jr., Steven E. de Souza
Fotografia: Adrian Biddle
Musiche: Alan Silvestri
Effetti Speciali: Joss Williams, Brian Morrison
Scenografie: Nigel Phelps


Retorica politica, corsa alla scoperta scientifica ed al future e una buona dose di muscoli e violenza si fondono perfettamente nella Megacity del massiccio giudice “stalloniano”, eroe spietato in un mondo spietato.

In un lontano futuro, New York avanza nel tempo e nello stato di degradazione: la legge del sangue domina la societa, che a sua volta risponde mettendosi nelle mani di giudici/giustizieri a cavallo di motociclette, capaci di giudizio e condanna. Tra le fila dei nuovi tutori della legge, spicca il temuto Dredd (Sylvester Stallone), che ha fatto del proprio ruolo, il motivo della sua vita. Eppure, sara quello stesso codice che tanto difende ad accusarlo del peggiore dei reati. A nulla valgono gli interventi dell’amica e giudice Hershey (Diane Lane) e del superiore e paterno giudice Fargo (Max Von Sydow). Dredd viene condannato, la sentenza viene emanata ma il “rinvio in appello” portera a nuove conclusioni.

Nota in minuscolo sul biglietto da visita dello Stallone Italiano, probabilmente la pellicola piu accreditata della limitata carriera di Danny Cannon, “Dredd” prende le mosse dal fumetto realizzato nel 1977 da John Wagner e Carlos Ezquerra e pubblicato sulla rivista britannica “2000 A.D.”, oltre che sulle pagine delle storie targate “D.C. Comics”, in 18 numeri del biennio 1994-’95.
La pellicola ha la capacita di portare sulla scena denuncia ed azione, violenza e contenuti. Il Mondo che conoscevano negli anni ’90 e profondamente cambiato in un terzo Millennio dominato dal crimine e dal sovrappopolamento. Il progresso della scienza, gli approdi della conoscenza tutta, fanno a cazzotti con una societa primitiva, in cui il mantenimento della pace e affidato al pugno di ferro dei giudici, utopici rappresentanti della legge, aventi il compito ed il potere di arrestare, giudicare e condannare. Una legge che “non fa errori” e che trova perfetta incarnazione nella vigorosa figura di Dredd/Stallone, incorruttibile giudice che dedica tutta la sua vita alla legge, escludendo qualsiasi svago, qualsiasi piacere.
Siamo di fronte ad una narrazione semplice, volendo anche scontata, ma che trova la propria forza in questa semplicita: la linearita “noiosa” e la stereotipata caratterizzazione dei personaggi permette di seguire il motivo critico e di godersi l’azione ad un tempo.

Stallone, fulcro del film, riporta sulla scena quel modello di uomo anni ’80-’90 tutto muscoli e durezza d’animo. La sua mandibola d’acciaio ricorda fin troppo bene il giudice a fumetti: ricordiamo, pero, che nella versione cartacea, Dredd, non mostra mai il suo viso mentre, nella pellicola, bastano pochi minuti per riconoscere le sembianze di Sly. Al suo fianco Diane Lane, che prepara il terreno per l’ormai prossimo boom mediatico, e la macchietta Rob Schneider, che gia aveva lavorato con Stallone nel precedente ed altrettanto futuristico “Demolition Man”. Armand Assante e un ottimo cattivo, dispiace non poter ricordare pellicole che lo vedano spiccare, oltre questa. Su tutti, domina il talento sempiterno di Max Von Sydow.

Che indossi guantoni da pugile o imbracci un fucile ad una mano, che faccia a braccio di ferro o conduca indagini, col suo cinema d’azione, Sly ha accompagnato piu d’una generazione. I suoi muscoli ed il suo sguardo bieco rimarranno indelebili nei cuori degli appassionati.

VOTO 6/10
Marco Fiorillo



Terzo millennio. In una futuristica megalopoli situata dove un tempo sorgeva New York, la tipica violenza post-atomica imperversa, contenuta soltanto dallo strapotere dei Giudici: poliziotti, giudici e giustizieri a un tempo. L’ordine costituito e comunque precario, le rivolte sono all’ordine del giorno, in una incessante dicotomia tra la Legge ed il Caos. Entrambe le forze primordiali presentano tratti negativi: la Legge schiaccia col pugno di ferro qualunque opposizione senza possibilita di replica(cio e ancora piu evidente nel fumetto, nel quale i Giudici ricalcano quasi le SS naziste), il Caos e violento e sanguinario: e la reazione all’invivibilita della citta del futuro.

Ovviamente il pubblico parteggia per Dredd, l’eroe, interpretato dal caratteristico mascellone di Sly, ma il film semplifica eccessivamente le tematiche di denuncia presenti nel fumetto, riducendo il tutto ad una serie di sequenze d’azione, qualche frase cult (“Io sono la Legge”), una intreccio onesto per un film d’azione e la prestanza fisica di Stallone sbandierata ad ogni occasione.

Film basato sui contrasti tra i vari personaggi, che appaiono piatti e bidimensionali. Dredd e una macchina, privo di sentimenti ed emozioni (o quasi), e la Legge, sommaria e dispensatrice di morte; al suo fianco l’affascinante Giudice Hershey(Diana Lane) , la tipica pupa, ma in gamba ed intelligente, che entro la fine del film sara tra le braccia del testosteronico eroe. Rico, la nemesi perfetta di Dredd, l’antieroe, banalmente definito durante il film “il criminale perfetto” (e questo da un’idea della profondita raggiunta); , il Giudice Fargo(Max von Sydow), la classica figura del mentore che tuttavia vive una vita piena di rimorsi. Non mancano enormi motociclette volanti per cyber-tamarri, tutine aderenti ed imbarazzanti,una concezione della tecnologia del futuro come assolutamente invasiva ed estremamente infiammabile, armi futuristiche che non lasciano scampo ai cattivoni, clonazione e fantascienza assortita.

Il mix che ne risulta e un film d’azione vagamente ispirato al fumetto, privo di spessore, che gioca moltissimo sull’attore principale per tirare avanti un’ora e mezza(grazie a battute come “affermazione prevedibile” che valgono l’intero film), e che comunque va visto senza alcun tipo di aspettativa.

Pier Lorenzo Pisano

4/10

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