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sabato 24 dicembre 2011

Capodanno a New York (2011)




Capodanno a New York
Titolo originale: New Year's Eve
USA: 2011. Regia di: Garry Marshall Genere: Commedia Durata:118'
Interpreti: Robert De Niro, Ashton Kutcher, Zac Efron, Katherine Heigl, Jessica Biel, Sofía Vergara, Carla Gugino, Sarah Jessica Parker, Sara Paxton, Michelle Pfeiffer, Abigail Breslin, Hilary Swank, Josh Duhamel, Alyssa Milano, Lea Michele
Sito web ufficiale: www.newyearsevemovie.warnerbros.com/index.html
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 23/12/2011
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Corale
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Si potrà dire che il film di Garry Marshall trabocca di buoni sentimenti e che sembra un grande spot commerciale – Josh Duhamel che prende un Disaronno, il cartellone di Sherlock Holmes – gioco di ombre in Times Square ed altro – ma per chi ama i film corali, quelli zeppi di attori famosi, ambientati in una città fantasmagorica, affascinante e romantica come New York, in cui possibilmente ci sia qualche bell’attore a catturare la scena – ovvero Josh Duhamel, Zac Efron e Ashton Kutcher – e viceversa spicchi un cast di bellezze femminili tra cui Halle Berry, Jessica Biel e Katherine Heigl, ecco, Capodanno a New York è il film perfetto.

Un cinepanettone made in Hollywood decisamente più piacevole dei nostri, con qualche spunto di riflessione, seppur banale, e una serie di storie che si intrecciano, facendoci adorare ogni singolo personaggio.
Dalla riservata e apatica Michelle Pfiffer - decisamente invecchiata - al moribondo Robert De Niro, pieno di rimpianti: dal ribelle Ashton Kutcher all’intensa Halle Berry, passando per Sarah Jessica Parker, Josh Duhamel, Zac Efron, Jessica Biel, Hillary Swank, Katherine Heigl, Jon Bon Jovi, Jim Belushi.
Per quest’ultimo solo un cammeo, per molti una parte di pochi minuti, vedi Hector Elizondo: il risultato è un film che sorprende di continuo per l’apparizione di questo o quell’altro mostro sacro di Hollywood.

Strappalacrime l’episodio con Robert De Niro e Hillary Swank, ottimista quello con Zac Efron e Michelle Pfiffer, divertente quello con Jessica Biel, romantico quello con Ashton Kutcher e Lea Michele: ce n’è davvero per tutti i gusti in quello che sembra un trattato sull’amore che svela le varie facce del sentimento, durante la serata più entusiasmante della Grande Mela.

Spesso intuibile, fin troppo patinato ma comunque godibile: un toccasana per chi è giù di morale o per chi vuole solo divertirsi e rilassarsi. Perché, signori, il cinema nasce principalmente per questo: per intrattenere e, come spettacolo d’intrattenimento, Capodanno a New York, è impeccabile, fosse anche solo perché mette in scena la magia dell’ultima notte dell’anno, tra le mille luci di Times Square e la sfera che scende a mezzanotte in punto.

Divertenti i bloopers finali, in cui gli attori cambiano il finale della storia o si scambiano di ruolo.
Dialoghi e sceneggiatura funzionano seppur prevedibili e a tratti stucchevoli ma a fare da padroni, questa volta, sono la location e i protagonisti: ognuno scelga la sua storia, si prenda un bel bicchierone di pop corn, e si goda la fine del 2011.

venerdì 23 dicembre 2011

Vento di Passioni (1994)

Anthony Hopkins: Colonnello William  Ludlow
Brad Pitt: Tristan Ludlow
Aidan Quinn: Alfred Ludlow
Henry Thomas: Samuel Ludlow
Julia Ormon: Susannah Fincannon
Gordon Tootoosis: Colpo di Pugnale
Tantoo Cardinal: Pet
Karina Lombard: Isabel II Decker

Regia: Edward Zwick
Soggetto: Jim Harrison
Sceneggiatura: Susan Shiliday, William Witiliff
Fotografia: John Toll
Musiche: James Horner
Scenografie: Lilly Kilvert

Montana, primo decennio del ‘900. In una casa coloniale in mezzo ai boschi vive la famiglia Ludlow, William (Anthony Hopkins), ex Colonnello ritiratosi a causa del sua vicinanza affettiva ai nativi americani, e i suoi tre figli, Alfred (Aidan Quinn), arrivista ed ambizioso, Tristan (Brad Pitt), il ribelle, e Samuel (Henry Thomas), il beniamino. Proprio quest’ultimo animerà casa Ludlow poco prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, facendo conoscere al padre e ai fratelli la sua bellissima fidanzata Susannah Fincannon (Julia Ormon), che intende sposare di ritorno dai campi di battaglia. I tre fratelli partono così alla volta della guerra, ma a far ritorno saranno solo i primi due che passeranno il resto della vita a combattersi a vicenda per la mano della bella Susannah.

Ispirandosi liberamente al romanzo di Jim Harrison, il regista Edward Zwick riesce perfettamente a ricostruire la vita americana d’inizio ‘900. Ci riesce nelle alchimie d’una famiglia patriarcale e competitiva tutta al maschile, caratterizzata con estrema intensità dai quattro Ludlow. Ci riesce nelle atmosfere, nel clima in cui si mischiano bene le tradizioni di un passato ancora troppo vicino e di un futuro già presente. Ci riesce nella trasposizione artistica del micro mondo dei Ludlow fatto di spazi aperti e mura coloniali: non è un caso che John Toll, il direttore della fotografia, si sia aggiudicato l’Oscar per quell’anno.
 Dramma familiare e storia d’amore, a un tempo, “Vento di Passioni” è, prima di tutto, una pellicola di formazione intensa ed emozionante, come sapevano esserle i grandi classici della letteratura.

Se il merito di Zwick è quello di saper trasportare le parole su celluloide, a dar vita a queste parole troviamo un cast ricco e numeroso. Tutto ruota attorno al magistrale Anthony Hopkins, che, sia nelle vesti di personaggio che di attore, guida con sapienza e talento, i restanti componenti della famiglia: il bello di Hollywood Brad Pitt, il caratterista Aidan Quinn e Henry Thomas, meglio conosciuto come Elliot, il bambino che accolse nel proprio cuore l’alieno ET nella storica pellicola di Spielberg. Ai quattro Ludlow si aggiunge Julia Ormon e la coppia formata da Gordon Tootoosis e Tantoo Cardinal, spesso insieme nelle vesti dei nativi.

 Se Edward Zwick, durante la sua carriera, ha sempre puntato sulla qualità e non sulla quantità, “Vento di Passioni” ne è la testimonianza diretta.

VOTO 7/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano 

lunedì 19 dicembre 2011

Il Punto del Weekend


Che abbiate comprato i regali o cominciato ad allestire pasti fastosi, il Natale comincia questo venerdì, inaugurato dai tradizionali cine panettoni di casa De Laurentiis e Pieraccioni. Affiancano le pellicole nostrane, cui si aggiunge in sordina “Penultimo Paesaggio” la cui uscita viene anticipata a lunedì, l’attesissimo secondo episodio di Sherlock Holmes, le avventure del Gatto con gli Stivali e il quarto lungometraggio di George Clooney. Non indugiamo oltre e tuffiamoci insieme nell’ultimo weekend cinematografico.

I PROTAGONISTI
A Cortina si ritrovano insieme i coniugi Corelli, traditore sulla via delle redenzione lui, moglie ferita e vendicativa lei; le coppie imparentate Massimo e Brunella, mediocri borghesi, e Andrea e Wanda, freschi vincitori di un’ingente somma; infine l’ingegner Brigatti, il losco manager alle prese con la crisi. A Cortina, dopo 28 anni, si ritrova la famiglia del cine panettone per il nuovo “Vacanze di Natale a Cortina”: il sempre “Roberto Corelli” Christian de Sica, Neri Parenti e i fratelli Vanzina non mancano all’appuntamento annuo che fa festa, senza tradire le aspettative tempistiche e qualitative.
Nonostante i ritmi meno serrati tenuti dal team De Laurentiis, Leonardo Pieraccioni non manca alle festività del 2011, ritornando nelle sale con “Finalmente la Felicità”: la pellicola racconta di Bendetto, professore di musica di Lucca, che, invitato alla trasmissione di Maria de Filippi “C’è Posta per Te”, scopre di avere una sorella, un’avvenente modella brasiliana adottata a distanza in tenera età dalla madre. Proprio come per de Sica e Co., anche per il comico toscano sembra che il canovaccio comico- narrativo sia rimasto sostanzialmente lo stesso.
A concludere le uscite made in Italy, “Penultimo Paesaggio”, esperimento tecnico più che film vero e proprio. Prendendo le mosse dallo storico “Ultimo Tango a Parigi”, Fabrizio Ferraro cerca di raccontare l’estemporanea passionalità che attanaglia due amanti parigini, trascinandoli in un mondo senza né luogo né tempo. Se le premesse sono delle migliori, il prodotto finale è una semplice dimostrazione di bravura registica senz’anima.
Mentre delle bombe esplodono a Vienna e Strasburgo e un magnate del cotone viene investito da uno scandalo, il Principe d’Austria muore improvvisamente. È questo l’incipit de “Sherlock Holmes- Gioco di Ombre”, secondo capitolo della rivisitazione ritchieana dello storico personaggio nato dalla penna di Arthur Conan Doyle. Prendendo le mosse dal romanzo “L’Ultima Avventura”, il regista Guy Ritchie riesce ad evitare sapientemente l’empasse dell’avvio della storia, realizzando un prodotto qualitativo e coinvolgente, impreziosito dall’ottimo cast, su tutti la coppia protagonista formata da Robert Downey Jr. e Jude Law, e dalla sceneggiatura dei coniugi Mulroney, Kiera e Michele.
Sempre dagli States arriva “Le Idi di Marzo”: la pellicola racconta del testa a testa tra il senatore Pullman e il governatore Morris, in lizza per le presidenziali; il tutto filtrato dal punto di vista del giovane ed ambizioso Stephen, organizzatore della campagna di Morris, costretto a rivedere la sua condotta lavorativa/personale con l’avanzata dei lavori. Quarto lungometraggio del sempreverde George Clooney, “Le Idi di Marzo”, vuole indagare ancora nel contorto sottobosco della vita politica, nonostante l’avvento dell’Era Obama. E lo fa servendosi di un cast d’eccezione: Clooney, affiancato dal collega di sempre Heslov, sceneggiatore dall’incredibile talento, riesce a riunire davanti alla stessa telecamere Ryan Gosling, Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood. Scusate se è poco.
Dulcis in fundo, come da tradizione natalizia, il settimanale film d’animazione, “Il Gatto con gli Stivali”. Gatto, dopo sette anni, ritrova l’amico Humpty: i due, nonostante passati dissapori, faranno squadra insieme alla gattina Kitty per rubare i fagioli magici con cui raggiungere il castello in cui risiede l’Oca dalle uova d’oro. Proseguendo il progetto di rivisitazione inaugurato alcuni anni or sono dalla DreamWorks, il regista Chris Miller da vita ad un Gatto con gli Stivali inedito, un po’ Zorro un po’ Daniel Ocean. Nonostante il buon utilizzo di canovacci passati e di recenti suggestioni è proprio questa costante voglia di rivisitare e stupire che sembra aver fatto il suo corso. Di sicuro, il lavoro di Miller e la caratterizzazione del personaggio, amplificata dal doppiaggio di Banderas, permettono la realizzazione di un prodotto godibile e divertente, seppur scontato per narrazione e trovate.

LE SORPRESE
Non c’è dubbio, la vera sorpresa del fine settimana è Ryan Gosling. L’astro nascente hollywoodiano mosse i primi passi da giovanissimo, nel “Mickey Mouse Club” e in “Young Hercules”. Seguirono i primi lungometraggi, “Il Sapore della Vittoria” e “Formula per un Delitto”. Poi la definitiva affermazione, con “Le Pagine della nostra Vita”, interpretazione che gli valse la prima candidatura all’Oscar. Ricordare i primi passi mossi dall’attore londinese ci da prova della sua incredibile scalata.

I FLOP E I TOP
Come anticipato, da criticare questa settimana c’è veramente molto:
3°.    L’ultimo gradino è occupato da Chris Miller. Il regista de “Il Gatto con gli Stivali”, dopo aver lavorato alla realizzazione di due episodi di “Shrek” e ad altrettanti capitoli di “Madagascar”, personifica il punto d’arrivo di quell’iter intrapreso dalla DreamWorks nel 2001, proprio con l’orco Shrek.
2°.    Una critica la merita anche Fabrizio Ferraro. Completamente intrappolato dal suo stesso tecnicismo, non riesce a raccontare ma solo a sfoggiare. È pur vero che, considerati i colleghi italiani con cui si confronta, un plauso va comunque allo sforzo.
1°.    Quasi scontata la nomina a peggiori della settimana dei rispettivi staff dei cine panettoni. Ripetitivi nella forma, nel narrato, nell’ironia, l’unico merito che potrebbero vantare è la sapienza nel dipingere, anno dopo anno, i cambiamenti del Paese.
Nonostante il tabellino dei cattivi sia pieno, è stato un finesettimana perfettamente bilanciato in qualità:
3°.    La medaglia di bronzo la dividono Ritchie, Downey Jr. e Law. Il trio anima con inventiva, ironia e azione la seconda avventura dell’investigatore Sherlock Holmes. Di sicuro una delle rivisitazioni dal cartaceo più riuscita dei tempi moderni.
2°.    Al secondo posto, il cast de “Le Idi di Marzo”. Dopo le belle parole spese per il protagonista Gosling, non si può fare altrimenti per i colleghi Giamatti, Hoffmann (Philip Seymour sia chiaro) e Marisa Tomei, tra i migliori caratteristi di Hollywood, cui si aggiunge la bellissima Evan Rachel Wood.
1°.    Si laurea campione del weekend George Clooney. Il bello dello schermo, dal talento messo così spesso in discussione, confeziona un prodotto magnifico per narrazione, intenso per tematiche e perfetto per realizzazione tecnica. Provate ora a dirgli di fare solo pubblicità.

BOX OFFICE
Ai botteghini stravince la pellicola di Guy Ritchie, incassando in sole 24 ore ben 650.000,00€. Se fa piacere veder battuti entrambi i cine panettoni, dato che potrebbe far sperare in un cambio di tendenza del gusto del pubblico nostrano, dispiace vedere così in basso in classifica “Le Idi di Marzo”, fermo a quota 95.000,00€.

Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano