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venerdì 16 marzo 2012

L’Uomo Bicentenario (1999)

Ciclo "Per non dimenticare": Deus ex Machina


Robin Williams: Andrew Martin
Sam Neill: Richard Martin
Wendy Crewson: Rachel Martin
Hallie Kate Eisenberg: Amanda Martin da bambina
Embeth Davidtz: Amanda Martin da adulta/ Portia Charney
Oliver Platt: Rubert Burns

Regia: Chris Columbus
Soggetto: Isaac Asimov, Robert Silverberg
Sceneggiatura: Nicholas Zakan
Musiche: James Horner


In un futuro non troppo lontano, i Martin accolgono in casa il proprio robot NDR, battezzato dalla più piccola della famiglia Andrew. Diverso fin da subito dagli altri automi, Andrew dimostra caratteristiche uniche per la sua natura meccanica: volontà d’apprendimento, tecniche di conoscenze e soprattutto curiosità e attaccamento familiare. Percependo la sua nascosta umanità, Andrew comincerà il proprio viaggio per conquistarla, scoprendo dove finisce il robot e dove comincia l’individuo.

La vita e la morte, la famiglia, l’amicizia e l’amore ed ancora l’individualità, la perfezione e il “casino” che ogni umano porta dentro di se. Tutto questo è “L’Uomo Bicentenario”, riduzione cinematografica dell’omonimo romano di Isacc Asimov, poi ampliato da “Robot NDR 113”, scritto a quattro mani da Asimov e Robert Silverberg.
In tempi in cui la macchina convive abitualmente con l’umano, a volte sostituendolo, indagarne l’incontro/scontro risulta accattivante quanto obbligatorio. Precursore come pochi, Asimov aveva vagliato questa necessità in tempi non sospetti, finendo per parteggiare per entrambi gli schieramenti. Profondamente fascinato dalla macchina (una produzione letteraria intera a testimoniarlo), il romanziere celebra in egual misura l’umano, di cui prende il meglio ed il peggio come fattori legati in un’unica unicità.

A dirigere questa pietra del sci-fi lo statunitense Chris Columbus: dopo i primi passi mossi come sceneggiatura al fianco di un certo Spielberg, comincia a lavorare autonomamente dietro le cineprese, firmando gli storici “Mamma ho perso l’aereo” e “Mrs. Doubtfire”; più recentemente ha iniziato il maghetto Harry Potter al Grande Schermo, dirigendone i primi due episodi.
Per l’occasione punta tutto su Robin Williams: la sua incredibile espressività ed ironia riescono a rendere Andrew umano fino dalle primissime scene della pellicola. Lo affiancano il caratterista Sam Neill e la bella Embeth Davidtz, oltre alla macchietta Oliver Platt.

La buona revisione dell’opera di Asimov operata da Zakan, gli incredibile effetti speciali, la sottile ironia e l’intensità delle prove attoriali, ne fanno una pellicola imperdibile anche per i palati meno golosi di fantascienza.

VOTO 8/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano 

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