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sabato 22 ottobre 2011

Melancholia


Titolo originale: Melancholia
Danimarca, Svezia, Francia, Germania: 2011. Regia di: Lars von Trier Refn Genere: Fantascienza Durata: 130'
Interpreti: Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Charlotte Rampling, Alexander Skarsgård, Stellan Skarsgård, Udo Kier, John Hurt, Brady Corbet
Sito web ufficiale: www.melancholiathemovie.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 21/10/2011
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Marco Aresu
L'aggettivo ideale: Ineluttabile
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Il rapporto tra due sorelle, Justine (Kirsten Dunst) e Claire (Charlotte Gainsbourg) mentre un pianeta interstellare si avvicina pericolosamente alla terra. Presentato al 64° Festival di Cannes, “Melancholia” di Lars Von Trier è un dramma più psicologico che apocalittico che nasce dalle esperienze (più depressive che malinconiche) del regista danese.
La pellicola è divisa in un prologo e due capitoli. Sulle note del "Preludio" di “Tristano e Isotta” immagini simboliche e surreali narrano sino alla fine un film che non abbiamo ancora visto, in una modalità estetica già presentata in “Antichrist”.
Il primo capitolo racconta la lenta caduta in depressione di Justine nel giorno del suo matrimonio, in un folle vortice di rapporti con i familiari, gli ospiti e lo sposo, e la strana influenza di una stella che brilla più delle altre. Il secondo capitolo mostra l’angoscia di Claire (e l’indifferenza di Justine) mentre il pianeta Melancholia è ormai prossimo alla terra con rischio di collisione.
Un destino ineluttabile che arriva posandosi come un velo di malinconia, di depressione, e si esprime nel dualismo indifferenza/disperazione, consapevolezza/inconsapevolezza, di due sorelle antitetiche, Justine e Claire. Non c’è un Dio, non c’è un salvatore, la natura fa una pulizia cosmica danzando sulle note di Wagner, e la fine diventa follemente poetica ed emozionante.
Ci sono tanti interrogativi (gli influssi di Melancholia) e tanti personaggi emblematici (come il Wedding Planner interpretato da Udo Kier, che si mette una mano sul viso per non vedere la sposa). Rispetto ad altri film di Von Trier, Melancholia presenta una trama lineare che evidenzia le reazioni, le interazioni dei personaggi e il loro cambiamento con l’avvicinarsi del pianeta. Kirsten Dunst ha meritato la Palma d’oro per la capacità di mostrare una varietà di stati d’animo e Charlotte Gainsborg, con il suo low profile, mostra tutta la fragilità di Claire. Attorno a loro la razionalità tradita di John (Kiefer Sutherland), il marito di Claire e l’innocenza del figlio Leo (Cameron Spurr).
Lars Von Trier mette sulla bocca di Justine (il suo alter ego) la ragione di questo epilogo in modo asciutto, presuntuoso e terribile: “la Terra è malvagia, non dobbiamo provare dispiacere per lei” e condisce il personaggio con altre sentenze nichiliste come “siamo soli nell’universo”.
Accettando la visione di Von Trier possiamo godere di questa immaginifica dissoluzione del mondo e concederci pure qualche sussulto: d'altronde anche l’indifferente Justine piange a pochi attimi dal nulla.

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