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martedì 25 ottobre 2011

Paranormal Activity 3 (2011)


Katie Featherston: Katie
Chloe Csengery: Katie bambina
Sprague Grayden: Kristi Rey
Jessica Tyler Brown: Kristi Rey bambina
Lauren Bittner: Julie
Christopher Nicholas Smith: Dennis
Regia: Ariel Schulman, Henry Joost
Soggetto: Oren Peli
Sceneggiatura: Christopher B. Landon

Katie (Chloe Csengery) e Kristi (Jessica Tyler Brown) sono due sorelle che vivono una vita apparentemente tranquilla insieme alla madre Julie (Lauren Bittner) e al suo nuovo compagno Dennis (Christopher Nicholas Smith), cui sono molto legate. Cameraman di professione e videoamatore nel tempo libero, Dennis comincia a disseminare telecamere per casa quando si accorge di strani rumori, che egli collega alla costante presenza dell’amico immaginario della piccola Kristi, Toby. I video che realizzerà metterà la famiglia a parte di un terribile segreto che animerà il loro terrore.
Prequel del prequel del famosissimo mockumentary “Paranormal Activity”, il terzo episodio di quella che ormai può essere considerata una saga si preoccupa di spiegare l’origine del’intreccio raccontato originariamente da Oren Peli, già in parte svelate in “Paranormal Activity 2” diretto da Tod Williams. Ritroviamo le protagoniste dei primi due episodi, le sorelle Katie e Kristi nel 1988, nel periodo dell’infanzia, quando accolsero nelle loro giovani menti i fantasmi che le perseguiteranno per il resto della vita.
Modaiolo fino all’eccesso, “Paranormal Activity 3” si inserisce nei fortunati filoni dei “film reebot/prequel” e della tecnica del falso documentario, facendosi forte di un colpo di scena altrettanto abusato. Se la forma e la modalità posso comunque interessare, il ricorso alla colpevolezza di una demoniaca setta femminile colpevole dell’omicidio dei proprio figli ha veramente stancato. Fortunatamente la facile anticipazione del finale non devia la possibilità di un po’ di sana tensione, ben orchestrata dalla coppia registica Schulman/Joost, che pure si sono trovati davanti a scelte obbligate: il merito sta, appunto, nel mantenere alta una suspance già “abusata” grazie alla sinteticità e ad ottime trovate (su tutte l’artificio della telecamera montata sul sostegno girevole del ventilatore) che rendono questa terza pellicola migliore della seconda.
Forte del successo già precedente costruito dall’operato di Oren Peli, il film, in sole settantadue ore incassa ben 80 milioni di dollari, di cui 54 solo negli Stati Uniti. La trilogia vale la fortuna del regista israeliano che ne realizzò il primo capitolo usufruendo di un budget di soli 15 milioni di dollari.
Le aspettative sono veramente limitate tuttavia la forza mediatica e la curiosità destata dal formato spingono lo spettatore. Di sicuro la fattura non è delle peggiori ma si poteva fare meglio.
VOTO 5/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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