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venerdì 11 novembre 2011

Il Paese delle Spose Infelici (2011)


Il paese delle spose infelici
Titolo originale: Il paese delle spose infelici
Italia: 2011. Regia di: Pippo Mezzapesa Genere: Drammatico Durata: 85'
Interpreti: Aylin Prandi, Rolando Ravello, Valentina Carnelutti, Antonio Gerardi, Luca Schipani, Teresa Saponangelo, Nicola Rignanese, Gennaro Albano, Vincenzo Leggieri, Roberto Corradino, Nicolas Orzella
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal:11/11/2011 Roma 2011
Voto: 5Trailer
Recensione di:
Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Inconcludente
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Ci sono realtà squallide e tristi nella provincia italiana e Pippo Mezzapesa ha raccontato quella dei dintorni di Taranto, dove un gruppo di ragazzini senza speranza va incontro alla vita con leggerezza, malinconia e curiosità.
Tratto dall’omonimo romanzo di Mario Desiati e in concorso al sesto Festival Internazionale del Film di Roma, il film di Mezzapesa è uno spaccato crudo e realistico di quell’Italia che pochi conoscono e pochi vogliono vedere ma che, purtroppo, è attuale come non mai.

Con intensi primi piani e la macchina da presa che si muove tra loro, il regista mette in risalto lo stato d’animo dei giovani protagonisti, confusi e rabbiosi nei confronti di una realtà che sembra non offrire vie d’uscita. Degrado fisico e ambientale ma anche malinconia e ingenuità, ed un paesaggio che accomuna campagne bucoliche e fumo denso delle ciminiere.

Molto intense le interpretazioni dei giovani protagonisti, divisi tra allenamenti di calcio, filmini porno in compagnia e una donna che ha tentato “di volare” buttandosi dal tetto di una chiesa.
Molto suggestiva l’immagine dell’abito bianco che svolazza tra le guglie di una chiesa barocca: ennesimo ritratto della solitudine di chi vive in questa condizione di isolamento dal resto del paese. Innocenza e ribellione si fondono nel personaggio di Zazà, il duro del gruppo, che accoltella uno spacciatore che ha portato Annalisa sul suo camper con il turpe proposito di abusare di lei.
Se dal canto suo il regista ha ritratto in maniera vivida una condizione di disagio giovanile, la sceneggiatura tutto sommato appare priva di verve e di colpi di scena.
Lo spunto di riflessione c’è ma il film non decolla e si appiattisce sul suo nobile intento.

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