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domenica 13 novembre 2011

Immortals (2011)


Henry Cavill: Teseo
Freida Pinto: Fedra
Mickey Rourke: Iperione
John Hurt: Zeus (anziano)
Luke Evans: Zeus (giovane)
Kellan Lutz: Poseidone
Joseph Morgan: Lisandro
Isabel Lucas: Atena
Stephen Dorff: Stavros
Corey Sevier: Apollo
Steve Byers: Eracle
Regia: Tarsem Singh
Sceneggiatura: Vlas e Charley Parlapanides
Fotografia: Brendan Galvin
Musiche: Trevor Morris

Il crudele sovrano Iperione (Mickey Rourke) è alla ricerca di un’arma mitica, un arco forgiato da Eracle (Steve Byers) che possa utilizzare per liberare i Titani dalla prigionia nel Monte Tartaro e guidarli contro Zeus (Luke Evans) e gli Olimpi. L’unica speranza degli elleni è riposta in un bastardo di nascita, Teseo (Henry Cavill), prescelto fin dalla fanciullezza dallo stesso Zeus, nei panni di un vecchio precettore (John Hurt), per condurre l’offensiva contro Iperione. Accompagnato dal bellissimo oracolo Fedra (Freida Pinto), Teseo si batterà per gi umani e per gli Dei.
Ennesima scomposizione del mito in chiave prettamente estetica, “Immortals” è il tragico terzo lungometraggio firmato Tarsem Singh. Il regista statunitense parte da un idea semplice e di tendenza che potrebbe essere alla base di un modesto blockbuster senza pretese, se non fosse che in corso d’opera non gliene riesca una buona. Soggetto ad una rilettura a tratti ridicola, l’intero patrimonio cultuale greco viene stravolto: così Teseo, eroe fondatore alla stregua di Eracle, viene trasformato in un “indesiderato” schernito dai suoi stessi compatrioti, quando può vantare la paternità di Poseidone, mentre Iperione, uno dei Dodici Tiranni, diviene un comune mortale, neanche poi così comune considerate le turbe che gli vengono associate; l’Oracolo non ci pensa su due volte prima di perdere il dono della divinazione, giacendo con l’eroe Teseo, e gli Olimpi così come i troppi Titani (numericamente parlando) vengono rappresentati come giovani con armature d’oro, gli uni, come zombie privi di ragione, gli altri. A salvarsi è solo l’interessante rivisitazione del mito del Minotauro. Se comunque un veto sulle scelte riproduttive sia discutibile trattandosi di un’opera a sé, è problematico valutare positivamente tutto il resto. Al di là della perfetta resa di costumi ed ambientazione, senza considerare il piacere estetico della realizzazione in 3D, Singh tenta di mettere in piedi un’opera “modaiola”, finendo per attingere da varie fonti, inserendo poche e spiacevoli idee originali. Prende l’odio per gli Dei dell’Achille di Brad Pitt ed i combattimenti di “300”, ci mette insieme personaggi dalla scarsissima profondità, dialoghi imbarazzanti ed una storia a tratti macchinosa, giustificando il tutto adducendo come uno scopo il piacere per gli occhi: “Volevo realizzare quello che definirei una “storia a dipinti”- ammette lo stesso Singh, che continua- “Utilizzare delle immagini in sequenza si fa nelle gallerie d’arte e di solito non si vede del movimento”. Certo più della resta estetica non ci si poteva aspettare, considerando che la sceneggiatura è stata consegnata un giorno prima dell’inizio delle riprese dopo la pressione che i produttori Gianni Nunnari e Mark Canton hanno esercitato sui due fratelli Parlapanides, sceneggiatori di origine greca, desiderosi di battere sul tempo l’uscita del nuovo lungometraggio del rivale di sempre, Zack Sneyder. Se si aggiunge che Singh si presentava a registrazione con una cartellina contenente le opere di Caravaggio, si capisca quanto “Immortals” sia lontano dal Cinema.
Oltre Mickey Rourke, sempre credibile nei panni del cattivo, il trio protagonista è concluso da Henry Hill, scritturato proprio da Sneyder per vestire i panni dell’Uomo d’Acciaio, Superman, nel reebot di prossima uscita, e da Freida Pinto, resa celebra dall’interpretazione nel successo internazionale “The Millionaire”. Intorno a loro si muove il panorama ellenico, in cui spiccano le due versioni i Zeus: il caratterista anglosassone John Hurt, famoso per i suoi lavori teatrali, ne interpreta le senili sembianze mentre la sua potenza divina è affidata a Luke Evans, già partecipe a produzione di genere e prossimamente nelle sale nel lungometraggi tolkeniano “Lo Hobbit”.
3D e niente più, ecco cosa propone Singh con “Immortals”. Signore e Signori, ecco a voi il trionfo del Cinema moderno.
VOTO 4/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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