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domenica 27 novembre 2011

Real Steel (2011)


Hugh Jackman: Charlie Kanton
Dakota Goyo: Max Kanton
Evangeline Lilly: Bailey
Anthony Mackie: Finn
Kevin Durand: Ricky

Regia: Shawn Levy
Soggetto: Richard Matheson, Dan Gilroy, Jeremy Leven
Sceneggiatura: Leslie Bohem, John Gatins
Fotografia: Mauro Fiore
Montaggio: Dean Zimmerman
Musiche: Danny Elfman
Produttori: Steven Spielberg, Robert Zemeckis, Walt Disney Pictures (distribuzione)

Nel 2020 la boxe non è più roba per pugili umani, sostituiti da robot in grado di infervorare tutto il mondo sportivo. L’ex boxeur Charlie Kenton (Hugh Jackman) prova disperatamente a tirare avanti, distruggendo un automa dopo l’altro nel sottobosco dei combattimenti illegali. Tra capo e collo, gli capita anche il figlio undicenne, Max (Dakota Goyo), affidatogli dopo l’improvvisa morte della madre. Ad unire i due sarà proprio la robot boxe. La voglia di vincere del piccolo Max ridarà energia e grinta allo spento Charlie: solo insieme riusciranno a raggiungere la meta sportiva e la felicità.
Per la realizzazione di “Real Steel”, Shawn Levy si ispira liberamente a “Steel”, racconto breve di Richard Matheson,già oggetto d’una riduzione per l’episodio “Acciaio” della serie tv “Ai Confini della Realtà”. Della storia raccontata da Matheson, Levy conserva ben poco, servendosene per ramificare la propria regia verso varie direzioni. “Real Steel” è, prima di tutto, una storia di rivincita sportiva, di seconde occasioni: Zeus, il robot campione del Mondo, concede al dilettante automa Atom, “animato” dai due Kenton, l’occasione di lottare per il titolo. È impossibile mancare il paragone con Apollo Creed che scelse un certo Rocky come sfidante, nell’omonima storica pellicola; quando poi Atom/Jackman sembra invitare l’avversario a colpire perché “non fa male”, i dubbi scompaiono definitivamente. Alla vicenda sportiva si accompagna la storia familiare, il riavvicinamento di padre e figlio e la “rinascita” di Charlie, proprio grazie alla vicinanza di Max. Anche in questo caso tocca scomodare Stallone: a Jackman manca solo il capellino di traverso per ricordare Sly nel viaggio in camion che caratterizza “Over the Top”. Qualche evidente sbalzo emotivo lede l’impianto dei rapporti costruiti sulla scena che rimangono comunque parte fondante dell’opera, come voluto dalla direzione produttiva della Walt Disney. Nonostante i richiami storici, Levy riesce ad immergere perfettamente la pellicola nella modernità della cinematografia, sostituendo i protagonisti in carne ed ossa con montagne di acciaio e lamiera, cavalcando la moda tanto apprezzata dei Transformers di Optimus Prime. Questa volta,però, gli automi sono stati realizzati con la tecnica del motion capture, con dei veri pugili coreografati da Sugar Ray Leonard, gloria dell’umano pugilato.
A vestire i panni di Charlie Kenton, Levy sceglie Hugh Jackman. Il muscolare australiano si vede affiancato dal giovanissimo Dakota Goyo, da cui sono stati immediatamente rapiti regista ed attore. Si aggiunge alla coppia, colonna portante di tutta la vicenda, Evangeline Lilly, volto noto ai fan della fortunatissima serie tv “Lost”. Dietro le telecamere, Levy si affida alla “penna” dello sceneggiatore Leslie Bohem, alla fotografia di Mauro Fiore, uno dei pochi ingranaggi italiani della “Macchina dei Sogni” ed alla direzione musicale del prolifico Danny Elfman. Il tutto sotto l’approvazione di Steven Spielberg e Robert Zemeckis, produttori d’eccezione.
Film per famiglie e pellicola sportiva dall’ottima realizzazione visiva: “Real Steel” racchiude e riunisce entrambe le anime in un unico prodotto ben fatto.
VOTO 7/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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