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martedì 13 dicembre 2011

True Justice- Giustizia Letale (2011)


Steven Seagal: Elijah Kane
William Stewart: Andre Mason
Sarah Lind: Sarah
Meghan Ory: Juliet
Warren Christie: Radner
Tia Carrese: Avvocato
Regia: Wayne Rose, Keoni Waxman, Lauro Chartrand
Sceneggiatura: Steven Seagal
Fotografia: Nathan Wilson
Musiche: Carly Paradise7
Scenografie: Andrew Deskin
Montaggio: Trevor Mirosh

Alla vigilia delle elezioni della municipalità di Seattle, il candidato afroamericano Burris è vittima di un attentato: i principali indiziati individuati dalla SIU di Kane (Steven Seagal) sono i membri di una sorta di comune nazista, la “Nuova Speranza”, che militano poco fuori Camp Harmony. Radner (Warren Christie), di ritorno dalla missione in incognito a Los Angeles, si arma di brutto carattere, stivaloni in pelle e tatuaggi e si mischia ai membri di Nuova Speranza per scoprire di più sul loro conto. Intanto, Juliet (Meghan Ory), durante la parallela indagine ai danni di uno stupratore, si lascia travolgere dagli eventi memore di un’esperienza che l’ha segnata.
Nella seconda parte della pellicola, la SIU al completo si troverà sulle tracce di un particolare omicida: un tiratore scelto che opera solo all’uscita delle Chiese. Kane e i suoi ragazzi potranno avvalersi del consulto tecnico di Bird, ex- soldato amico proprio di Kane. E c’è ancora tempo per vedere cadere le accuse di omicidio mosse contro Juliet e assistere alla verbalizzazione di un’attrazione tra Radner e Sarah (Sarah Lind) che già era nell’aria.
Per questo terzo episodio, i tre registi Rose, Waxman e Chartrand danno finalmente prova di una buona conduzione, coadiuvati anche da prove corali più interessanti, considerati i maggiori spunti “emotivi” delle vicende: in particolare Radner/Christie con le difficoltà dell’infiltrato che ritorna alla propria vita e Juliet/Ory alle prese con cattivi ricordi mai condivisi con qualcuno. Se l’operato davanti e dietro le telecamere sembra essere all’altezza, purtroppo non può dirsi lo stesso della sceneggiatura di Seagal: nonostante qualche spunto interessante seppur trito e ritrito (si fa riferimento alle sopracitate vicende emotive), la scelta dell’imperante patriottismo articolato in immagini e dialoghi rovina il resto del lavoro svolto da cast e troupe. Inoltre, mai come negli episodi precedenti, si è avvertita come nell’ultimo “Giustizia Letale” l’inadeguatezza di sostituire i film alle puntate, che sicuramente avrebbero dato maggior senso narrativo e temporale a molte delle idee messe in scena da Seagal e co.
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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