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giovedì 15 dicembre 2011

Dillinger è morto (1969)
















Un film praticamente muto, ma non in bianco e nero.
No perché i colori svolgono invece un ruolo importante, possono far cambiare il significato di un oggetto, ridicolizzarlo o renderlo più nostro e familiare, i colori possono rendere gli oggetti che ci circondando tutti i giorni altri da noi, alienandoci completamente.

Ed è infatti sul gioco tra significanti e significato che si basa quest'opera, perché ogni gesto può essere rielaborato: Glauco(Michel Piccoli) si diverte a giocare con le forme e destabilizzarle, creando in noi una sensazione di non piena comprensione, vive ogni suo gesto, ci spiazza sempre, non lascia mai una chiave interpretativa precisa, ogni volta che sembra siamo riusciti ad afferrare la sua essenza ecco che ci sfugge.

Ferreri tra le due alternative proposte da Hitchcock, “sopresa” e “suspance”, sceglie la prima, ma il lavoro per creare la sorpresa è stupendo. Girato quasi praticamente solo in interni ad accrescere la dimensione teatrale già fortissima, stiamo parlando di un lavoro che potrebbe essere definito “teatro filmato” per la pulizia dei gesti, il tipo di messaggio inviato, il ritmo, la telecamera che segue quasi incessantemente il volto del protagonista.

Siamo di fronte ad un capolavoro, un tipo di cinema che ad oggi è praticamente scomparso, perché si preferisce la chiarezza dei significati, alla indefinitezza. Ma l’indefinitezza è propria dell’arte, che deve sempre lasciare un interrogativo nello spettatore, deve stupirlo, specchiarlo e poi rovesciarlo e mostrargli cosa ha dentro di sé.

Nella ordinaria piccola follia di Glauco tutti possono riconoscersi in qualcosa, ma attenzione: non è un film schematico. Infrange le regole del cinema tradizionale; qui non riconoscersi in Glauco è proprio quel “disturbo” che ci crea un costante interesse e ci fa entrare ed uscire dal personaggio grazie alla maestria di Ferrerri, ed il climax della tensione è dato da piccoli movimenti, uno sguardo particolare, un suono, e non culmina, ma implode improvvisamente.

Un piccolo tesoro oggi poco conosciuto e che meriterebbe moltissima attenzione ed ammirazione.

VOTO 8/10
Pier lorenzo Pisano
Marco Fiorillo

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