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mercoledì 18 gennaio 2012

L’incredibile storia di Winter il Delfino (2012)

Morgan Freeman: dott. Cameron McCarthy
Ashley Judd: Lorraine Nelson
Kris Kristofferson: Reed Haskett
Harry Connick Jr.: dott. Clay Haskett
Nathan Gamble: Sawyer Nelson
Cozi Zuehlsdorff: Hazel Haskett
Frances Stern Hagen: Gloria Forrest
Austin Stowell: Kyle

Regia: Charles Martin Smith
Sceneggiatura: Karen Jansze, Noam Dromi
Fotografia: Karl Walter Lindenlaub
Musiche: Mark Isham

Persi i contatti col padre, Sawyer (Nathan Gamble), vede allontanarsi anche l’affezionato cugino Kyle (Austin Stowell), in partenza per l’Iraq. La noia d’un’estate trascorsa tra i banchi di scuola viene stravolta dal ritrovamento di un esemplare di delfino, arenatosi in spiaggia e immediatamente trasportato all’Ospedale Marino di Clearwater, dove riceve le prime cure del dott. Clay (Harry Connick Jr.) e di sua figlia Hazel (Cori Zuehlsdorff). Col passare del tempo, Sawyer, pienamente accolto nello staff dell’ospedale, stringe un saldo rapporto col cetaceo, Winter, che intanto ha dovuto subire l’amputazione della coda e la conseguente malformazione del midollo spinale. Intanto una tempesta si abbatte sulle coste della Florida, rovinando parte delle attrezzature della struttura, già prossima alla chiusura, e Kyle viene coinvolto in un’esplosione, riportando la perdita dell’utilizzo della gamba destra. L’incidente permette a Sawyer di fare la conoscenza dello strambo dott. McCarthy (Morgan Freeman), a cui il piccolo chiederà la costruzione d’una protesi che possa sostituire la coda di Winter. Quando la chiusura dell’ospedale è ormai prossima, il miracolo scatenato dal delfino consumerà il suo ultimo atto.

La pellicola si ispira alla storia vera di Winter, una femmina di delfino salvata nel Dicembre del 2005 in Florida. L’animale era stata trasportata dalle onde fino alla spiaggia dopo essersi impigliata in una trappola per granchi; le lesioni riportate le fecero perdere l’uso della coda, sostituita da una particolare protesi, successivamente usata anche in interventi sugli umani. Tutt’oggi, Winter vive felice al Clearwater Marine Aquarium.
Si fa testimone di questa incredibile vicenda il regista statunitense Charles Martin Smith, sottoponendola ad un ampio rimaneggiamento cinematografico che non ne viola l’anima. Il risultato è una storia d’amicizia, quell’amicizia pura e disinteressata che solo un bambino può e sa concedere. È il ritorno ad un  tipo di cinema che da un po’ mancava all’appello, di quello tra il fanciullesco e l’impegnato che riunisce la famiglia intera sul divano la domenica pomeriggio. Il tutto indirizzato alla narrazione del profondo rispetto per tutti coloro che ogni giorno devono fare i conti con una disabilità, siano essi animali feriti dall’uomo, soldati di ritorno dal fronte o bambini che con la propria “diversità” ci convivono dalla nascita. “E’ questo il vero messaggio, non rinunciare alla speranza”: non potevano essere più giuste le parole del piccolo Gamble.
Quando le premesse sono di questo genere, evidenziare errori di conduzione registica o recitative sembra superfluo. Ci limiteremo a condannare gli evidenti e numerosi cliché di genere e l’uso, del tutto inutile, del 3D.
Al suo ritorno dietro le telecamere, Charles Martin mette in insieme un cast che bilancia ebne interpreti consumati e volti nuovi. Domina lo schermo il giovanissimo Nathan Gamble: dopo le prime apparizioni in “Babel” e “Il Cavaliere Oscuro”, arriva la definitiva affermazione nell’horror disneyano “The Hole”. Al suo fianco, un’altra giovanissima, Cozi Zuehlsdorff, i rodati Harry Connick Jr, anch’egli di ritorno sui set dopo una lunga assenza, e Ashley Judd, e il patrocinato di Kris Kristofferson e del senatore hollywoodiano Morgan Freeman.

VOTO 6/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano 

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