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martedì 17 aprile 2012

Battleship (2012)

Taylor Kitsch: Ten. Alexander Hopper
Alexander Skarsgard: Stone Hopper
Liam Neeson: V. Amm. Shane
Brooklyn Decker: Samantha “Sam” Shane
Rihanna: Cora Raikes
Peter Mac Nicol: Segretario alla Difesa

Regia: Peter Berg
Sceneggiatura: Erich Hoeber, Jon Hoeber
Fotografia: Tobias A. Schliessler
Effetti Speciali: Industrial Light&Magic
Musiche: Steve Jablonsky


Gli scienziati americani del Progetto Beacon individuano un altro Pianeta in gradi di ospitare la vita umana, il Pianeta G con cui la NASA entra in contatto tramite satellite.
Alle Hawaii, i fratelli Hopper bevono ad un  bar: Alex perdente in canna sempre nei guai, Stone rigoroso ed assennato Capitano della Marina. All’ennesima bravata Stone non ha dubbi, ad Alex serve un cambiamento, una direzione. Ad Alex serve arruolarsi in Marina.
Qualche tempo dopo, gli Hopper sono insieme sull’attenti a bordo della storica corazzata USS MISSOURI, in occasioni dei giochi RIMPAC. Proprio durante l’evento, cinque oggetti distinti atterrano sul Pianeta: si tratta della risposta del Pianeta G. Gli Alieni sono pronti ad attaccare la Terra, e prima di tutto le navi della Marina impegnate nei RIMPAC.

I soliti invasori contro l’eroismo a stelle e strisce. L’Indipendence Day rivive ancora una volta sul Grande Schermo Hollywoodiano, come a voler testimoniare che quel 7 Dicembre 1941 le forze giapponesi hanno materializzato una paura mai sopita. Cambiano i nemici ma non l’antifona: dopo molte riproposizioni, forse troppe, oggi quello che conta è la spettacolarità. E allora emergono tutto l’impegno e la genialità degli artisti della ILM (Induastrial Light&Magic), il laboratorio del’immaginazione fondato da George Lucas nel lontano Maggio del 1975. Le incredibili animazioni cui danno vita fanno aimè a cazzotti con la scarsa partecipazione del resto dell’entourage, primi tra tutti regista e sceneggiatori. Perché Berg attinge un campo magnetico dal “vero” “Indipende Day” e porta davanti alle telecamere degli alieni abbigliati alla “Predator” e minacciati dall’agente naturale (non l’acqua di “Signs” ma la luce solare) e un giovanotto tutto cuore e “Top Gun” con la sua biondissima fidanzata, lasciando ai fratelli Hoeber il compito di scribacchiare qualche classico dialogo tra commilitoni: anche da loro, dopo l’ottima prova di “Red” ci si aspettava molto di più.
Sapere a metà del girato a cosa si va incontro non lede all’ottima esperienza sensoriale offerta ma di certo non l’amplifica rendendo univoca la qualità del girato. Quando, però, la maggior parte delle idee ne ricordano troppe già viste e il kitsch statunitense raggiunge il suo apice (la trionfale comparsa dei veterani della Marina, per intenderci) i molti dubbi che sorgono vengono zittiti dal più classico “Fuoco!”.

A prendersi l’onere della pellicola del 100° anniversario della Universal, come già detto, Peter Berg, attore di Piccolo e Grande Schermo prima ancora che regista, nel cui ruolo esordisce nel 1998 con “Cose molto cattive”. Davanti alle sue telecamere il canadese Taylor Kitsch, reduce dal successo de “John Carter”, il figlio d’arte Alexander Skarsgard, famoso soprattutto per la sua interpretazione di Eric Northman nell’ormai serie cult “True Blood”, la supermodella Brooklyn Decker, la cantante Rihanna e, dulcis in fundo, Liam Neeson e Peter Mac Nicol, usati poco e male perché da soli possano evitare l’ “affondamento della nave”.

VOTO 5/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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