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martedì 17 aprile 2012

Il Punto del Weekend


La vera notizia è che il weekend appena passato abbia contato solo cinque pellicole. Perché di queste, nessuna supera le altre per qualità o innovazione, e il livello cala generalmente. Vediamo insieme i veri protagonisti del fine settimana.

I PROTAGONISTI
Dagli States arrivano due pellicole. Protagonista di “Bel Ami” Georges Duroy, squattrinato reduce della Guerra in Algeria, di ritorno nella Parigi di fine XIX secolo. Casualmente in un locale incontra Charles Forestier che gli regala i soldi necessari per un abito, fondamentale per il debutto in società: comincia per Georges, soprannominato Bel Ami per le sue doti di seduttore, la scoperta dell’universo femminile, della carriera, del potere. Come ogni opera senza tempo, “Bel Ami” di Guy de Maupassant torna ad essere periodicamente saccheggiata dallo Schermo, grande e piccolo. Questa volta tocca al tandem Donnellan- Ormerod che sceglie la strada della conduzione più che della riduzione: nonostante la loro rivisitazione pecchi in brillantezza, hanno il merito di liberare dal suo vampiresco passato Robert Pattinson, facendolo perfettamente interagire con le tre bellissime Uma Thurman, Christina Ricci e Kiristin Scott Thomas. Di ben altro respiro è, invece, “Battleship”, in cui un’avanguardia di cinque navi aliene approda sulla Terra direttamente dal Pianeta G, rintracciato dagli scienziati della NASA come papabile alternativa alla vita umana. Sulla strada della minaccia extraterrestre, il tenente di Marina Alexander Hopper e il suo “variopinto” equipaggio. Sci-fi dal chiaro respiro eroico, la Universal per il centesimo anniversario si affida alle magie tecnologiche della ILM (Industrial Light&Magic), alle idee di Peter Berg e alle penne dei fratelli Hoeber. Ottimo il lavoro degli addetti agli effetti, ampiamente sottotono gli altri tre, perché “Battleship” è un’accozzaglia di cose già viste, riproposte nella solita solfa epica a stelle e strisce.
Da una triplice collaborazione tra Italia, Francia e Romania prende vita “Diaz”. La pellicola ripercorre e rivive i terribili avvenimenti  che coinvolsero la scuola Diaz di Genova nel luglio del 2001, in occasione del G8. La vicenda sfrutta la partecipazione corale, permettendo ad ognuno d’essere protagonista e narratore, lasciando che siano sempre e solo i fatti i veri protagonisti e narratori. Il tutto nasce dall’esigenza di risposte di Domenico Procacci e Daniele Vicari che, a seguito di una lunga e laboriosa opera di ricerca e d’indagine, hanno sentito il bisogno d’usare la loro celluloide per dar voce a quell’oscura pagina di storia.
È il Vecchio Continente a far ancora da protagonista con le ultime due pellicole. Produzione francese è “Ciliegine”, in cui Amanda, delusa dal fidanzato, lo lascia alla vigilia del Natale ed estende quella delusione ad ogni rappresentante del genere maschile. La ritroviamo a poche ore dalla fine dell’anno, alterata da qualche bicchiere di troppo e da una buona dose di nostalgia e piegata al garbato e sensibile Antoine. Siamo all’esordio registico dell’italianissima Laura Morante, impegnata per l’occasione sia dietro che davanti le telecamere, nei panni proprio di Amanda. La permanenza di quel di Francia pesa sul suo nuovo impegno: un’opera bilanciata, morbida, dalla forte presa emotiva ma dal discreto respiro narrativo. Dall’Italia arriva, infine, “Poker Generation”, la storia di due fratelli del piccolo borgo siciliano di Scicli: fascinoso ed impulsivo giovanotto ossessionato dai film sulla mala italoamericana, Tony, introverso genio ai limiti dell’autismo, Filo. Accomunati solo dalla necessità di racimolare i soldi per le cure della sorellina e dalla passione per il poker, insieme lasceranno la famiglia per i fumosi club milanesi, ma divisi si ritroveranno ai tavoli del Malta Poker Dream. Ispirandosi alla storia vera del professionista Filippo Candio, Gianluca Minigotto dedica il suo primo lungometraggio alla mania e piaga della nostra generazione: quel gioco diventato improvvisamente sport e vana speranza per i tanti in ristrettezze. In casa, sui social network, al bar, su internet, nei club, a casa degli amici, il Texas Holdem ha invaso “poco responsabilmente” le nostre vite.

LE SORPRESE
Alla prima esperienze registica, si aggiudica la premiazione Laura Morante. Nata a Grosseto alla metà del secolo scorso, si avvia alla carriera artistica calcando i palchi teatrali, su cui esordisce con Carmelo Bene. Ben presto l’esordio cinematografico ed il trasferimento a Parigi, negli anni ’80: nella capitali acquista grande notorietà senza mancare i numerosi appuntamento offerti dalla penisola.

I FLOP E I TOP
Tra i pochi protagonisti della settimana, indichiamo i meno brillanti:
3°.    Terzo tra i cattivi, Gianluca Minigotto. Il regista de “Poker Generation”, esordiente nel mondo pubblicitario negli anni ’80, si ferma alla buona scelta del soggetto: lo declina in maniera opaca anche a causa del limitato impegno attoriale.
2°.    A seguire, Rihanna. La cantante barbadiana, dopo aver conquistato il mondo delle note, si convince di poter passare con lo stesso esito al Grande Schermo: si crede una moderna “Soldato Jane” ma anche da Demi Moore siamo molto lontani.
1°.    Primo flop è Peter Berg. L’attore e regista newyorkese assembla il suo “Battleship” come un frankestein, attingendo da film di genere e non, sperando che lo staff tecnico delle immagini possa fare il resto. La ILM  centra l’obiettivo ma non basta.
In ultimo, i migliori del fine settimana:
3°.    Bronzo a Laura Morante. La duplice prova da regista ed attrice fa rimpiangere la sua “fuga” all’Eliseo ma, per onestà intellettuale, va detto che probabilmente è galeotto il trasferimento parigino per la realizzazione di “Ciliegine”.
2°.    Premiazione corale per la ILM. Il laboratorio del’immaginazione fondato da George Lucas nel lontano Maggio del 1975 firma l’ennesimo capolavoro grafico, salvando il salvabile.
1°.    Primo posto del podio a Daniele Vicari. Sponsorizzato dal trittico Fandango, Le Pacte e Mandragora Movie, il regista di “Diaz” porta sullo schermo con potenza narrativa e filmica una delle pagine più nere del recentissimo passato italiano.

BOX OFFICE
La corazzata USS MISSOURI, capitana da Peter Berg, affonda il transatlantico di Cameron: “Battleship” si guadagna la vetta e 2.1 milioni superando, anche se di poco, la revisione 3D di “Titanic”. Fredda accoglienza sia per “Diaz” che per “Bel Ami”, entrambi più o meno a quota 600.000 euro.

Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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