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mercoledì 4 aprile 2012

Chronicle (2012)

Dane DeHaan: Andrew Detmer
Michael B. Jordan: Steve Montgomery
Alex Russel: Matt Garetty
Michael Kelly: Richard Detmer
Ashley Hinshan: Casey Letter

Regia: Josh Trank
Soggetto: Josh Trank, Max Landis
Sceneggiatura: Max Landis
Fotografia: Matthew Jensen
Montaggio: Elliott Greenberg
Scenografie: Stephen Altman

Anonimo studente all’ultimo anno di liceo, Andrew nasconde una difficile situazione familiare, con la madre ormai in fin di vita ed un padre incattivito dall’alcol e dalle sofferenze. Cerca e trova in un telecamera lo svago all’indifferenza dei coetanei e ai disagi emotivi. Dall’oggetto non si separa mai, nemmeno durante un rave party a cui arriva insieme al cugino Matt: proprio nel bel mezzo della festa Andrew, Matt e il popolare Steve rinvengono una strana caverna scavata dallo schianto di qualcosa. Da quella caverna i tre ragazzi escono cambiati, dotati di inspiegabili poteri. Le nuove abilità sconvolgono loro la vita, in particolare quella di Andrew che assaggia per la prima volta popolarità e felicità, dimenticando l’inevitabile confronto con i demoni che si porta dentro.

Se ci si fermasse ai primi venti minuti di visione, “Chronicle” sarebbe semplicemente l’ennesimo sci-fi commerciale girato in presa diretta, dal finale scontato e dallo scarso respiro narrativo. È arrivando fino ai titoli di coda che il primo lungometraggio di Josh Trank dimostra la sua vera essenza. Il mockumentary viene progressivamente a miscelarsi al montaggio in found footage (termine che indica film realizzati interamente o quasi con un metraggio preesistente, poi riassemblato in un altro contesto), creando un binomio unico: per tutta la durata del girato le riprese vengono effettuate utilizzando le telecamere messe a disposizione dalle stesse ambientazioni, dalle videocamere di sorveglianza al filmino amatoriale durante una festa di compleanno, innovando una tendenza, quella del semplice mockumetary, che cominciava ad annoiare.
Alle abilità di Trank vanno sommate quelle dello sceneggiatore Max Landis, responsabile delle fantastiche caratterizzazioni dei personaggi, su tutti Andrew e suo padre. Il delirio di onnipotenza del primo e la morbosa sofferenza del secondo giocano a rincorrersi sullo schermo, descrivendo sottilmente l’intricata e dolora  relazione padre-figlio che, a tratti, ci fa dimenticare d’essere dinanzi ad un film di fantascienza. A tal proposito, un ruolo fondamentale lo gioca Dane de Haan, nei panni del potente Andrew: dopo la gavetta teatrale e il successo televisivo (“True Blood” e “Law&Order”), approda al Grande Schermo proprio con “Chronicle”. Buona la prima, speriamo che rispetti le aspettative.

VOTO 7/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano 

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