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mercoledì 4 aprile 2012

Il Punto del Weekend


Il finesettimana alla vigilia delle festività pasquali regala una buona parentesi cinematografica, registrando la presenza di meno pellicole (comunque sette in totale) ma di una migliore qualità generale oltre che di d’una più equa distribuzione territoriale, con ben sei nazioni in gioco.

I PROTAGONISTI
Esperimento meta- artistico quello operato in “I Colori della Passione”, pellicola che segue la vita di alcuni dei cinquecento personaggi rappresentati nel 1564 da Pieter Brugel Il Vecchio nel suo dipinto “Salita al Calvario”; il tema dominante è l’avvicinamento di Cristo al luogo adibito alla crocifissione, sullo sfondo delle Fiandre di dominazione spagnola contemporanee al pittore. Il regista polacco Lech Majewski attinge direttamente dalla tela de Il Vecchio, ispirandosi inoltre al volume “The Mill and the Cross” di Michael Francis Gibson, storico dell’arte che l’ha accompagnato nel viaggio alla scoperta del pittore. Un iter verso i migliori trascorsi artistici che continuerà con un’opera dedicata al “nostro” Dante, come già annunciato dallo stesso regista. La produzione polacco-svedese è stata presentata con enorme successo al Sundance Film Festival del 2011.
Dagli States arriva, sorprendentemente, una sola pellicola. Si tratta di “La Furia dei Titani”sequel del poco fortunato “Scontro tra Titani” che riprende, a dieci anni di distanza, le avventure di Perseo, questa volta alla prese con la fuga di Kronos dalla tartarea prigione, grazie all’aiuto di Ade e Ares:  solo il semidio figlio di Zeus può salvare l’Ellade dalla distruzione. Sostituiti Luois Leterrier, Travis Beacham, Phil Hay e Matt Manfredi, Liebesman e Co. riprovano l’ ”impresa” di mescolare sapientemente la resa artistica del 3D alla narrazione avvincente e movimentata. Se l’obiettivo estetico è perfettamente raggiunto, la narrazione si trascina monotona e statica, si arena per giunta, e ciò che resta è una gran confusione e nulla più.
Ampiamente insufficiente la partecipazione spagnola del finesettimana. In “Paranormal Experience” un gruppo di studenti accettano le provocazioni di un autoritario professore e raggiungono la cittadina di Whisper per verificare ed eventualmente indagare oscure presenze paranormali. La scettiche sorelle Angela e Diana vedranno i loro trascorsi prender forma durante la “gita”. Horror slasher arricchito solo dalle tre dimensioni (è la prima produzione iberica interamente in 3D), “Paranormal Experience” non aggiunge veramente nulla ad un genere già malamente abusato: la monotona conduzione registica, i tardivi spaventi (a più di metà di un girato di soli 86 minuti!), gli scialbi tentativi scenografici e le scarsi dotti attoriali ne fanno un inutile spreco.
Non potevano essere più diverse tra loro le due pellicole made in Italy. Impegnato e serioso, “Romanzo di una Strage” rievoca il tragico attentato di Piazza Fontana del 12 Dicembre 1969, e lo fa attraverso le storie di Giuseppe Pinelli e Luigi Calabresi. Ferroviere e animatore del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, il primo, vice responsabile della Polizia Politica, il secondo, si troveranno ai due capi d’un tavolo d’interrogatorio ma a farne le spese saranno entrambi. La rievocazione cinematografica d’una delle pagine più nere della nostra storia recente operata da Marco Tullio Giordana, ispiratosi inoltre al libro “Il Segreto di Piazza Fontana” di Paolo Cucchiarelli, e l’ottima prova del tandem Mastandrea- Favino fanno di “Romanzo di una Strage” il cinema italiano di cui ci si può vantare. Tutt’altro discorso vale per “Buona Giornata”, racconto tutto d’un fiato delle 24 ore di alcuni “rappresentanti” regionali della penisola, da Milano a Roma, da Napoli a Verona, passando per Bari e Firenze. Superato il cinepanettone, la “minaccia Vanzina” sembrava sventata almeno per un altro paio di mesi, e invece Carlo ed Enrico accompagnano anche la Pasqua con l’ennesimo trionfo del cattivo gusto. A nulla servono le prove, sufficienti almeno a sprazzi, di De Sica, Abatantuono e Banfi.
Speculari ma d’origini diverse le ultime due pellicole del finesettimana. Agathe, raffinata quanto odiosa signora di Parigi che vive d’arte e borghesia, e Patrick, alcolizzato volgare e con la fissa del sesso che vive di piccoli lavoretti casalinghi, sono i protagonisti di “Il Mio Miglior Incubo”, la più classica pellicola francese: una commedia dal sapore sociale, fatta d’ironia amara e peripezie impossibili. In “Marigold Hotel”, invece, un gruppo di pensionati britannici abbandonano le loro vite per il lusso promesso dall’illusoria brochure d’una residenza nel cuore del Rajasthan. Nonostante la quasi totale inadeguatezza della struttura, è proprio tra quelle stanze che gli anziani ritrovano la voglia di continuare. Anche in questo caso possiamo parlare di commedia classica, ma dallo spirito tutto britannico, dall’andamento della narrazione alla pulizia registica, dalla standardizzazione dei caratteri all’ottima prova del cast tutto inglese, tra cui le colonne Judi Dench, Maggie Smith, Bill Nighy, Tom Wilinkson. Due pellicola belle ma non innovative: il trionfo della buona tradizione europea.

LE SORPRESE
Britannico d’origini keniote, Dev Patel si aggiudica la nomina del weekend. Dopo la partecipazione alle prime due stagioni della serie “Skins”, si mette in mostra davanti agli occhi del Mondo interpretando Jamal Malik nel grande successo del 2008 “The Millionaire”. Prima dell’ultima apparizione in “Marigold Hotel” solo il ruolo di villain in “L’Ultimo Dominatore dell’Aria”.

I FLOP E I TOP
Le dolenti note:
3°.    Ultimo tra i peggiori, Jonhatan Liebesman. Gli vengono affidati i Titani e lui ne esalta solamente l’epicità sensoriale: spettacolari gli effetti, ma quando le luci si riaccendono in sala rimangono solo quelli.
2°.    Podio familiare per i Fratelli Vanzina. Esaltano i peggiori costumi della penisola, facendo sorgere il sospetto che più di raccontarli, in tutti questi anni, non abbiano fatto altro che istigarli.
1°.    Sul podio dei cattivi un’altra coppia, quella formata da Viczaino e Padro. Rispettivamente regista e sceneggiatore di “Paranormal Experience”, riescono a rallentare il mercato cinematografico spagnolo che si era dimostrato sempre all’altezza nel passato più recente.
Dulcis in fundo, i migliori del weekend:
3°.    Solo bronzo per Marco Tullio Giordana. Il cineasta milanese riesce a imprimere su pellicola il nostro “Kennedy- Day”, evitando inutili sentimentalismi e donando alla vicenda i giusti tempi, la giusta resa, il giusto spirito: quello di 33 anni di indagini che ancora non hanno portato a niente
2°.    Secondo posto del podio al polacco Majewski. Con “I Colori della Passione” di sicuro non da avvio ad un genere, ma recupera una tipologia registica di nicchia: una scelta che basterebbe a motivarne l’esaltazione, anche senza tener conto dell’estrema qualità che caratterizza tutto il girato.
1°.    Aurea premiazione per Anne Fontaine. Il grande merito della regista di Lussemburgo è quello di unire davanti alle stesse cineprese Benoit Poelvoorde e Isabelle Huppert : ne conosce i caratteri ed il talento, li mescola nel giusto dosaggio stillando un’altra piccola perla di Cinema.

BOX OFFICE
Con 1.2 milioni scatta in testa “La Furia dei Titani”, che riesce anche nell’impresa di staccare i Vanzina con “Buona Giornata”, comunque in seconda posizione. Continua il dominio, non più sorprendete, di “Quasi Amici” mentre trovano accoglienza meno calorosa “Romanzo di una Strage” e “Marigold Hotel”.

Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano  

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