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martedì 19 aprile 2011

Kramer vs Kramer

Ciclo "Per non dimenticare" Le coppie indimenticabili: Kramer vs Kramer (1979)


Dustin Hoffman: Ted Kramer
Meryl Streep: Joanna Kramer
Justin Henry: Billy Kramer
Jane Alexander: Margaret Phelps
Howard Duff: John Shaunessy
George Coe: Jim O'Connor
JoBeth Williams: Phyllis Bernard
Bill Moor: Gressen, avvocato di Joanna
Howland Chamberlain: Giudice Atkins
Joe Seneca: ospite

Una moglie in crisi, Joanna (Meryl Streep), lascia il marito Ted Kramer (Dustin Hoffman) ed il piccolo Billy (Justin Henry), costringendo Ted a reinventare la sua vita includendo suo figlio, prima escluso e relegato alle cure materne.
Ted è costretto dagli eventi a costruire in fretta il rapporto col figlio e a cambiare epicentro alla sua vita. La sua prima preoccupazione, “portare a casa il becchime”, scende a patti con le esigenze e gli impegni comportati dal mantenere un bambino che soffre per l’abbandono della madre ed è bisognoso di moltissime attenzioni.

Ted Kramer è un brav’uomo: solare, ottimista, tutto preso dal suo lavoro e carico (forse anche in maniera eccessiva) di valori positivi. Manca però della sensibilità necessaria a capire gli errori e la piega che sta prendendo il suo rapporto con Joanna; peraltro le cause della separazione sono marginalmente abbozzate e non approfondite più di tanto. Il fulcro del film si gioca infatti nel rapporto padre-figlio, con tanto di scene stereotipate (la prima volta in bicicletta), e patetiche (la corsa disperata all’ospedale), ma sempre godibili.

Joanna, motore della vicenda, è in realtà un personaggio fantoccio. È usata come causa scatenante, ma su di lei non sappiamo molto. Manca un qualunque lavoro di introspezione e ciò contribuisce a rendercela invisa perché ogni suo comportamento sembra essere irrazionale e frutto di instabilità mentale. Il pubblico è il primo severo giudice dei suoi comportamenti che non ammettono giustificazioni, e qui sta anche la maggior pecca del film: l’unilateralità. Anche se il titolo è “Kramer vs Kramer”, in realtà l’unico punto di vista trattato è quello del padre lasciato e del figlioletto abbandonato, il tutto costruito per creare grande empatia col pubblico ma non per questo togliendo valore al tutto. Si potrebbe infatti dire che il film sia un po’ “furbo” nell’attrarre a se lo spettatore con questi trucchetti ma resta comunque intrattenimento di altissimo livello, premiato da cinque Oscar, (tra cui miglior attore protagonista e miglior attrice non protagonista), quattro Golden Globe e tre David di Donatello.

Durante tutto il corso del film Ted si trova ad affrontare una serie di conflitti di difficoltà crescente, a partire dalla prima colazione immediatamente dopo l’abbandono. Ogni volta che un ostacolo è sciolto, il successivo si erge subito minaccioso, ed è interessante notare come ogni scena cruciale o di contrasto tra personaggi si svolga davanti ad un tavolo, anche qui in un crescendo: il tavolo di un bar, di un ristorante, il banco di un tribunale.
Il conflitto interiore tra l’attenzione da dedicare al figlio e le energie da impiegare nel lavoro si scioglie inaspettatamente in favore del figlio, mostrandoci una sorta di sogno americano rovesciato: Ted, uomo di successo, con un lavoro di grande prestigio, sceglie di essere un buon padre a scapito della sua carriera, inseguendo un sogno molto più condivisibile (e ancora una volta ammiccando al pubblico).

Dustin Hoffman e Meryl Streep guadagnarono entrambi il primo oscar con questa pellicola, regalando due interpretazioni davvero intense e memorabili. In particolare, Dustin Hoffman all’epoca stava realmente divorziando dalla moglie Anne Byrn, e quello che vediamo nel film è una trasposizione della sua vita su pellicola, più che una interpretazione (come lui stesso ha dichiarato).
In sintesi, un film che ha lasciato il segno, con due interpreti formidabili ed una storia costruita per piacere, ma con stile.

VOTO 8/10
                                                                                                                                                           
Pier Lorenzo Pisano
Marco Fiorillo

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