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giovedì 28 aprile 2011

World Invasion (2011)

Aaron Eckhart: Serg. Michael Nantz.

Michelle Rodriguez: Ten. Elena Santos.

Ramon Rodriguez: Ten. William Martinez.

Ne-Yo: Caporale Kevin Harris.

Bridget Moynahan: Michele Martinez.

Michael Pena: Joe Rincon.

Lucas Till: Caporale Grayson.

Regia: Jonathan Liebesman.

Sceneggiatura: Chris Bertolini.

Fotografia: Lukas Ettin.

Effetti Speciali: Hydralux.

Musiche: Brian Tyler.

Scenografie: Peter Wenham.

Costumi: Sanja Milkovichays.


L’interminabile guerra tra umani ed alieni per la conquista della Terra si arricchisce di un nuovo capitolo. Una battaglia che non aggiunge niente di nuovo e sembra nascere più per una piattaforma ludica che per il grande schermo. Probabilmente, questa volta perdiamo noi umani comunque.

Il Sergente Nantz, marine d’annata, è ormai prossimo al congedo, a seguito di una sfortunata azione in cui hanno trovato la morte alcuni suoi uomini. Purtroppo la vita da civile deve ancora aspettare: l’ imperversare di una pioggia di meteoriti mette sotto allarme le unità governative americane. Le meteore si rivelano essere astronavi aliene all’attacco del Pianeta Terra. Nantz verrà associato ad un contingente armato, agli ordini del giovane Tenente Martinez, per far fronte all’incursione che avviene sulle coste di Los Angeles, l’unica città a non essere stata ancora distrutta.

La pellicola trae ispirazione dalla cosiddetta “Battaglia di Los Angeles” (conosciuta anche come “Great Los Angeles Air Raid”), episodio bellico consumatosi tra la notte del 24 e la giornata del 25 Febbraio 1942, tre mesi dopo l’ingresso degli Stati Uniti nel Secondo Conflitto Mondiale, a seguito dell’attacco a Pearl Harbour. Ancora misteriosa è la natura dell’evento: si tratta di una controffensiva americana ad un attacco aereo di oscura origine. Secondo alcuni fu la risposta ad una nuova offensiva giapponese, secondo altri si trattò di un falso allarme scatenato dal forte clima di tensione del periodo, una discreta minoranza pensa, invece, che si possa parlare di un attacco alieno alla Terra. “100.000 persone hanno avvistato qualcosa nei cieli sopra Los Angeles”, racconta Bill Birnes, co-autore di “The day after Roswell”, che continua: “Furono sparati oltre 1.400 colpi a vuoto. Rimasero feriti tre civili ma l’oggetto non venne nemmeno scalfito, i proiettili prendevano fuoco non appena si avvicinavano al veicolo. È stata la prima volta che la stampa ha dato un così grande risvolto ad un evento del genere!”. A ciò si aggiunge la testimonianza di Jeff Packman: “Il dato è che solo negli USA, i militari hanno trovato circa 4.000 tracce di atterraggio di veicoli extraterrestri”. Nel 1983, l’ufficio dell’Air Force History concluse che l’attacco fu dovuto a palloni metereologici: “E’ difficile immaginare che non siano riusciti ad abbattere un pallone aerostatico”, conclude il Capitano Robert Salas.

Precedentemente, Steven Spielberg si era liberamente ispirato alla vicenda, al momento della realizzazione di “1941: Allarme a Hollywood”, del 1979.

Instant-movie forte di spettacolari effetti speciali, “World Invasion” si colloca in quell’abusato filone catastrofista che vede la Terra nel mirino degli altri abitanti dell’Universo. Ritroviamo quindi motivi ricorrenti del genere. Il mito del super-soldato americano, evergreen dai tempi del berretto verde Rambo/Stallone, viene riadattato in chiave moderna, perdendone in efficacia e introspezione: seppure volitivo, Aaron Eckhart non sembra si adatti alla parte. Risulta mancante una trama vera e propria, come mancante è una qualsivoglia forma di analisi psicologica dei personaggi: dopo la classica apertura di presentazione del protagonista, gli alieni appaiono dal nulla e, senza spiegazioni di sorta, cominciano gli scontri. Insomma, in mancanza di vera partecipazione da parte del pubblico, il film avrebbe dovuto basarsi su scene di guerra di forte impatto. Così non accade: riprese confusionarie e concetti grafici triti e ritriti fanno rimpiangere capolavori come “Alien” e “Indipendence Day”. Nota positiva, come abbiamo detto in apertura, la qualità degli effetti, curata dalla rinomata Hydralux, che purtroppo da sola non può tirare avanti l’intero baraccone.

L’inizio delle riprese è stato preceduto da tre intense settimane di allenamento militare che hanno coinvolto il cast al completo. Eckhart e Michelle Rodriguez hanno, infatti, raccontato di essersi sottoposti ad una durissima preparazione fisica e tattica, per calarsi pienamente nel ruolo di marines che avrebbero ricoperto.

Con un budget di produzione molto elevato, il film conquista 36 milioni di dollari solo nel primo weekend di programmazione, ricevendo un’ottima accoglienza da parte del pubblico, tant’è che l’intero recupero del capitale è avvenuto in soli tre giorni.

Nonostante il valore epico che sembra si voglia attribuire alla pellicola, l’entourage non sembra dei migliori, a cominciare dal cast. Decisamente fuori ruolo, Aaron Eckhart, che si sforza, vanamente, di dare credibilità al vissuto Tenente Nantz, e, al suo fianco, la Bad-Girl portoricana Michelle Rodriguez, nota ai più per le sue interpretazioni in “The Fast and The Furious” e “Swat”; Ramon Rodriguez, interprete in una piccola parte nel capolavoro “Carlito’s Way”, ha proseguito con piccoli ruoli senza mai brillare in maniera particolare; stesso discorso vale per Bridget Moynahan, che tutti ricorderemo come una delle “Ragazze del Coyote Ugly”, e Michael Pena, memore della recente premiazione al Golden Globe Award per la serie tv “The Shield”. A completare il cast: Lucas Till, che ha affiancato Miley Cyrus nella realizzazione di “Hannah Montana- The movie”, e il cantante statunitense Ne-Yo, che segue la nuova tendenza americana dell’”artista a trecentosessanta gradi”. Proprio il cantante ha affermato: “Nei film di oggi, o si punta all’azione oppure sulla trama, è difficile trovarle insieme. Questo è uno dei pochi film dove ci sono entrambe le cose”; il giudizio poco accurato ci da la misura della relativa preparazione del “gruppo”.

Il tutto è diretto da Jonathan Liebesman, africano di Johannesburg, che ha collezionato negli anni di attività vari cortometraggi e un solo film di “successo”, il prequel della famosa saga incentrata sulle vicende del carnefice Leatherface, “Non aprite quella porta- L’inizio”.

Dietro le cineprese spiccano il compositore Brian Tyler e, soprattutto, i fratelli Strause. Greg e Colin sono, infatti, gli artisti degli effetti speciali che hanno firmato alcune delle pellicole più interessanti degli ultimi anni, tra le quali “300” e “Avatar”, dopo aver raggiunto il successo con il colossal “Titanic”; insieme hanno fondato la società Hydralux e diretto “Alien vs Predator 2” e “Skyline” (concettualmente molto vicino a “World Invasion”, su cui la firma dei fratelli è assolutamente evidente).

Nonostante le poche premesse di partenze, il film non riesce nemmeno nell’intento di mantenere lo spettatore attento per l’intera durata della vicenda, fallendo nell’unico obiettivo che realmente poteva porsi: l’intrattenimento.

VOTO 4/10

Marco Fiorillo

Pier Lorenzo Pisano

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