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mercoledì 28 settembre 2011

L’Alba del Pianeta delle Scimmie (2011)


James Franco: Will Rodman
Freida Pinto: Caroline Aranha
Andy Serkis: Caesare
John Lithgow: Charles Rodman
Brian Cox: John Landon
Tom Fellon: Dodge Landon
David Oyelowo: Steven Jacobs
Tyler Labine: Robert Franklin
David Hewlett: Hunsiker
Regia: Rupert Wyatt
Soggetto: Perre Boulle
Sceneggiatura: Amanda Silver, Rick Jaffa, Jamie Moss
Fotografia: Andrew Lesnie
Musiche: Patrick Doyle
Scenografie: Claude Parè
Effetti Speciali: Weta Digital

Un cast di primati è chiamato ad intrattenere il pubblico umano, non nel tendone di un circo o dalle sbarre di una gabbia ma, ancora una volta, nelle sale cinematografiche. E se un giorno siano loro ad accomodarsi sui nostri divani per guardarci “scimmiottare” in televisione?
Il giovane e visionario scienziato Will Rodman (James Franco) ha finalmente portato a termine il lavoro di una vita: realizzare una medicinale genico in grado di debellare il morbo di Alzheimer. Non resta che provarlo e quale cavia migliore se non i nostri più vicini parenti nell’ordine naturale, gli scimpanzé. Un incidente accorso in fare di sperimentazione, però, non permette il passaggio alla somministrazione umana: il progetto viene abbandonato e tutte le scimmie coinvolte abbattute. Tutte tranne il cucciolo di “Occhiluminosi”, una delle cavie “migliori”: il primate, ribattezzato, Caesare (Andy Serkis) viene allevato da Will che riconosce in lui un portatore sano del gene sintetizzato tempo prima. Riesce in questo modo a curare il padre, Charles (John Lithgow), da tempo prostrato dalla malattia. Quando sembra che le cose vadano bene, la “voglia di umanità” di Caesare lo farà soggetto di un violento incidente che gli costerà la reclusione in un apposito centro, loscamente gestito dalla famiglia Landon, padre (Brian Cox) e figlio (Tom Fellon). Le enormi capacità intellettive di Caesare gli permetteranno di mettersi a capo delle scimmie compagne di reclusione, per ordire una vera e propria rivolta. Intanto, lo sviluppo del farmaco viene ripreso, con risultati tragicamente inaspettati.
Correva l’anno 1963 quando lo scrittore francese Pierre Boulle pubblicava il suo “Il Pianeta delle Scimmie”. Il romanzo registrò un successo strepitoso, confermato dall’omonima riduzione cinematografica del 1968. La prima pellicola ispirata dall’opera cartacea diede avvio ad una saga vitale e di successo, che ha registrato complessivamente 6 “episodi”, dal 1968 al 2001. Non abbiamo escluso a caso il recentissimo “L’Alba del Pianeta delle Scimmie”, figlia del regista Rupert Wyatt, che fa del romanzo un semplice punto di partenza per mettere in piedi una storia tutta nuova. Volontà chiarita dalle parole dello stesso Wyatt: “Tutto questo è parte di una mitologia e deve essere visto come tale. Non è la continuazione degli altri film ma una storia originale. Deve soddisfare le persone a cui piacquero quei film. L’obiettivo è infatti raggiungere ed attirare quei fan esattamente come è successo per “Batman Begins”.
Un vento di innovazione spazza la pellicola di Wyatt. “L’Alba del Pianeta delle Scimmie” vede una buona miscela di azione e narrazione, condensate in un ritmo che non stanca; un buon prodotto d’intrattenimento che si manterrebbe sulla mediocrità se non fosse per le tecniche di realizzazione. L’intera pellicola è, infatti, registrata sfruttando la “computer- generated imagery” (CGI), un’applicazione della computer grafica, o meglio del campo della grafica in 3D, per la resa degli effetti speciali in film, televisione, videogiochi. Adoperata per la prima volta nel 1976 per “FutureWorld- 2000 Anni nel Futuro”, la CGI viene in questo caso sfruttata dalla rinomatissima Weta Digital, divisione della Weta Workshop: si tratta della compagnia fondata nel 1993 da Peter Jackson, Richard Taylor, Joe Lettieri, Jim Booth in collaborazione con altri addetti ai lavori, per realizzare gli effetti di “Creature del Cielo”. In diciotto anni di attività la compagnia si è potuta ingrandire in organico e prestigio, divenendo leader nel campo della realizzazione degli effetti speciali. A tal proposito, una menzione particolare la merita il talentuosissimo Andy Serkis: meglio noto al grande pubblico con lo pseudonimo di Gollum/Smeagol, per l’occasione presta la sua persona allo scimpanzé Caesare, rendendolo più umano di quanto la scienza di Rodman/Franco possa fare.
Vale, dunque, lo slogan del film “L’Evoluzione diventa Rivoluzione”. Dai primati all’uomo e ancora ai primati. Dal romanzo al 2K per arrivare, infine, alla computer grafica. Chissà quanto ancora dobbiamo vedere.
VOTO 6/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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