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mercoledì 21 settembre 2011

Super 8 (2011)


Joel Courtney: Joe Lamb
Elle Fanning: Alice Dainard
Kyle Chandler: Jackson Lamb
Ron Eldard: Louis Dainard
Noah Emmerich: Colonnello Nelec
David Gallagher: Donny
Riley Griffiths: Charles Kaznyk
Ryan Lee: Cary
Zach Mills: Preston
Gabriel Basso: Martin
Josh Mc Farland: Tom Ashton
Amanda Michalka: Jen Kaznyk
Glynn Turman: Dott. Woodward

Regia: J.J.Abrams
Soggetto. J.J. Abrams
Sceneggiatura: J.J. Abrams
Produzione: J.J. Abrams, StevenSpielberg, Bryan Burk
Fotografia:Larry Fong
Effetti Speciali:ILM
Musiche:Michael Giacchino
Scenografie:Martin Whist

Un bambinomette in scena un incidente ferroviario servendosi di treni giocattolo. Quasiper gioco, filma la scena con la cinepresa “sottratta” al papà. La fantasia diun bambino vola, le sue emozioni vengono messe in scena…è la storia del cinema.

Ohio, 1979.Il tredicenne Joe Lamb (Joel Courtney) si ritrova a vivere con un padre dasempre distante (Kyle Chandler), a seguito dell’incidente mortale in cui èstata coinvolta la madre. Il piccolo Joe riesce a trovare conforto nell’impegnoprofuso nella realizzazione di un film horror amatoriale, insieme agli amici Charles(Riley Griffiths), Preston (Zach Mills), Martin (Gabriel Basso) e Cary (RyanLee), cui si aggiungerà Alice (Elle Fanning), compagna di scuola delgruppo. Per migliorare la pellicola, leriprese vengono spostate in una periferica stazione ferroviaria, dove iragazzini assistono all’apparentemente fortuito deragliamento di un convogliomilitare. Dal treno, ridotto in macerie, fuoriesce “qualcosa”, qualcosa chepresto cambierà loro la vita. Da quel momento, Joe e compagni vengono scaraventati in un vortice di eventiche, tra famiglie disastrate ed indagini militari, li porterà davvero “dinanzialle telecamere”.

Terzo lungometraggiodello statunitense J.J. Abrams, “Super 8” vede il regista affiancarsi ad uncollega d’eccezione, un maestro della fantascienza di genere che, in questocaso, mette “solo” budget, presenza ed aura: Steven Spielberg. Fin da subito,la pellicola sembra ispirarsi alle opere “ambliniane” (n.d.r.si tratta della Amblin, la casa di produzione di Spielberg) realizzate neldecennio ’70-’80: si tratta, sicuramente, di un punto di partenza, da cuiAbrams riesce ad allontanarsi con eleganza e qualità. Se gli spostamenti inbicicletta, prima, ed in macchina (senza patente), poi, dei giovaniprotagonisti, l’utilizzo frequente delle torce e l’ambientazione di provinciasono un chiarissimo omaggio al produttore della pellicola, Spielberg appunto,Abrams riesce ad impostare la narrazione seguendo una linea tutta nuova. Diconseguenza, i riflettori vengono rubati all’alieno di turno, pure moltodiverso dalle varie versioni positive proposte da Spielberg e, probabilmente,frutto di un pessimismo moderno che non occupa solo il grade schermo, in favoredell’intimistica narrazione dell’adolescenza, con i suoi divertimentispensierati, i primi dolori, i primi affetti innocenti. Con estrema delicatezzavengono tratteggiati gli ingranaggi del rapporto padre-figlio, splendidamenteinterpretato dal quartetto base Courtney/Chandler- Fanning/Eldard. Il tutto,condensato da una buona dose di ironia ed azione che rendono la visioneestremamente piacevole.

Prolifico creatoredi serie televisive, Abrams approdò al grande schermo a soli 16 anni,realizzando la colonna sonora di “Nightbeast”, di Don Dohler. Il suo impegno loha condotto alla fondazione della Bad Robot, casa di produzione di telefilmdel calibro di “Lost”, “Alias” e “Fringe”. Al suo fianco, oltre all’amico eproduttore Bryan Burke, spiccano Larry Fong, direttore della fotografia, eMichael Giacchino, compositore di origini italiane (i nonni erano Abruzzesi eSiciliani) che già aveva collaborato con Abrams alle già citate serie “Lost” e “Fringe” e aiprimi due lungometraggi del regista, “Mission Impossible III” e “Star Trek”.Gli effetti sono, invece, affidati alla Industrial Light & Magic (ILM), lastorica azienda fondata da Geroge Lucas ai tempi di “Episodio V- L’Imperocolpisce ancora”. Sull’intero entourage vigila Spielberg, anima del progetto.
Il castviene scelto con particolare perizia, riuscendo a mescere talento e moderazione.Spiccano, come da copione, i più giovani, tra tutti la sorella d’arte ElleFanning, imparentata con la più famosa Dakota.

Moltoparticolare è la scelta del titolo, usato per richiamare i mezzi diregistrazione messi a disposizione negli anni ’80. Il ricordo del Super 8permette una riflessione sull’avanzamento delle tecniche offerte ai cineasti,in particolare ai più giovani. Lo stesso Spielberg ammette: “Cominciare oggi èmolto più semplice perché è facilissimo comprare una videocamera, uscire egirare un film. Poi lo metti su YouTube”. E ancora, Abrams: “Io penso che illavoro che faccio oggi sia identico a quello che facevo da ragazzino, lo spiritoè lo stesso. Credo che sia un meraviglioso mezzo espressivo”.
Gli strumenti possono cambiare ma la speranzaè che l’avanzamento non spenga i cuori degli “Spielberg del futuro”.

VOTO 7/10
MarcoFiorillo
Pier Lorenzo Pisano


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