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sabato 1 ottobre 2011

Christiane F. – Noi i Ragazzi dello Zoo di Berlino (1981)

Ciclo "Per non dimenticare": E' come una droga...



Natja Brunckhorst: Christiane F.

Thomas Haustein: Detlef

Jens Kuphal: Axe

Rainer Woelk: “Pollo”

Jan Georg Effler: Bernd

Christiane Reichelt: Babsi

Daniela Jaeger: Kessi

Kerstin Richter: Stella

David Bowie: se stesso

Regia: Uli Edel

Soggetto: Kai Hermann, Horst Rieck

Sceneggiatura: Herman Weigel

Fotografia: Justus Pankav, Juergen Juerges

Musiche: David Bowie


Berlino, 1974. È all’ombra del Muro, nel quartire dormitorio di Gropiussstadt, che si consuma l’adolescenza di Christiane. Tredici anni e una famiglia distrutta, di sera fugge dalla squallida e buia periferia per trascorrere il suo tempo al Sound, discoteca e punto di ritrovo per ogni giovane Berliner. E proprio qui, sceglie di “provare” un acido, per sentirsi parte del gruppo. Al concerto di David Bowie assume eroina per inalazione e l’anno dopo “se la spara” in vena, nei bagni pubblici della Bulowstrabe. E via alla spirale.

Assieme al bisogno di droga nasce l’amore per Detlef, tossicodipendente che batte i marciapiedi della stazione per clienti omosessuali, per procurarsi la roba.

Al suo primo tentativo di disintossicarsi, C. entra in crisi di astinenza. Al verde, si abbandona alla prostituzione. Senza tregua, seguono la rottura con Detlef e la morte di alcuni amici, vittime della droga. In extremis, disperata, tenta il suicidio per overdose.

Nessuna accattivante ripresa cinematografica, nessuna traccia di poesia tra le battute, nessuna giustificazione o moralistico sproloquio. Solo vita vera e cruda che cresce nell’indifferenza più straziante. Pellicola che darà immagini, musica e colori all’inchiostro dell’omonimo libro, quest’ultimo risultato finale di una lunga intervista a Christiane Vera Felscherinow, nel carcere di Neukolin, durante il processo per spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, in cui la giovane è testimone ed imputata.

Sulle note di “Helden”- versione tedesca della notoria “Heroes”- The Thin White Duke fa da colonna sonora al film, con un sound ibrido di rock ed elettronica d’avanguardia. Voce potente ed espressiva che si staglia sullo sfondo di una gelida Berlino per rappresentare l’angoscia e lo stato di alienazione di una generazione in caduta libera.

Un perfetto esempio di Cinèma Veritè.

VOTO 7/10

Laura Vitiello

Marco Fiorillo

Pier Lorenzo Pisano

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