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domenica 9 ottobre 2011

I Pirati della Silicon Valley(1999)


“Pirates of Silicon Valley” tratta della storia, romanzata, dell’ascesa di Bill Gates e Steve Jobs, da giovani ma talentuosi nullatenenti, ai vertici del mondo finanziario ed informatico. Nonostante sia un film per tv, mantiene una buona qualità e presenta anche delle soluzioni registiche interessanti (si veda la scena dell’accordo con l’IBM).


Il film si apre con la pubblicità creata da Ridley Scott per la Apple, ispirata al romanzo 1984, poi, con il primo di una lunga serie di salti, l’annuncio da parte di Steve Jobs del raggiungimento di un accordo con la Microsoft. La storia prosegue attraverso le voci narranti di Steve Wozniak e Steve Ballmer, presenti nel film come personaggi secondari , che ci accompagneranno per mostrarci come si è arrivati a tutto ciò.

Il film mostrerà anche molte caratteristiche sconosciute ed interessanti dei personaggi (la giovinezza ribelle di Jobs), delineati in maniera estremamente accurata. I due caratteri sono molto approfonditi e sono estremamente credibili: Jobs è un artista stakanovista, puntiglioso, dotato di una enorme capacità di affabulare e di vedere più lontano di chiunque altro, ma anche ossessionato dal lavoro, tanto da trascurare ogni altra cosa, ed un grande stronzo. Bill è presentato come un nerd, ma è molto astuto, doppiogiochista, sembra quasi che la sua successiva fortuna sia basata solo sull’inganno e il sotterfugio.

Naturalmente il film presenta numerose imprecisioni, alcune anche funzionali allo svolgimento della trama e alla definizione dei personaggi, ma per chi non è esperto apparirà come un insieme molto coerente. Tuttavia questo non ha impedito che il film non fosse particolarmente apprezzato da Steve Jobs(la scena “lei è vergine”), mentre risultò molto gradito a Ballmer. Una curiosità: durante il Macworld 1999, Noah Wyle è stato chiamato per impersonare Steve Jobs, creando una simpatica messinscena. Da sottolineare inoltre, la incredibile somiglianza fisica di tutti gli attori con i personaggi reali.

La vicenda si lascia seguire con facilità e piacevolezza, è come un “infedele” documentario che ci lascia con qualche informazione interessante in più ed una (seppur alterata) idea di come il mondo dell’informatica si sia costituito a partire da un paio di garage e dalla creatività di un piccolo numero di persone che hanno avuto la tempestività di essere al posto giusto, al momento giusto e con le idee giuste.

VOTO 6/10

Pier Lorenzo Pisano
Marco Fiorillo

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