traduzione

giovedì 20 ottobre 2011

I Tre Moschettieri (2011)


Logan Lerman: D’Artagnan
Mathen McFayden: Athos
Ray Stevenson: Porthos
Luke Evans: Aramis
Christoph Waltz: Cardinale Richelieu
Milla Jovovich: Milady De Winter
Juno Temple: Regina Anna
Mads Mikkelsen: Rochefort
Orlando Bloom: Duca di Buckingham
Til Schweiger: Cagliostro
Regia: Paul W. S. Anderson
Soggetto: Alexandre Dumas
Sceneggiatura: Paul W. S. Anderson, Andrew Davies
Fotografia: Glen MacPherson
Musiche. Paul Haslinger
Scenografie: Paul D. Austrberry

Finalmente anche il romanzo “cappa e spada” viene inserito nell’ultimissima moda della riproposizione cinematografica in grande stile, coadiuvata, sempre come vogliono le recentissime dinamiche di mercato, dalla tecnologia 3D. Considerati i risultati vien da pensare che certe storie debbano rimanere su carta.
Giovane impetuoso e buffone, D’Artagnan (Logan Lerman) parte alla volta di Parigi per entrare nel corpo di guardie reali noto col nome di Moschettieri, spinto dalle gesta dei tre migliori rappresentanti dell’ordine: Athos (Mathen McFayden), Porthos (Ray Stevenson) ed Aramis (Luke Evans). Il gruppo verrà coinvolto in un intrigo politico che vede protagoniste la Francia del Cardinale Richelieu (Christoph Waltz) e l’Inghilterra del Duca di Buckingham (Orlando Bloom), giostrandosi tra intrepidi combattimenti ed altrettanto pericolose passioni, che vedono coinvolta la misteriosa Milady De Winter (Milla Jovovich).
Escluse le serie televisive e quelle animate, il romanzo di Dumas “I Tre Moschettieri”, edito nel lontano 1844, è stato riproposto su pellicola circa quindici volte, trovando anche vesti di qualità, tra cui l’omonima versione del 1993 e “La Maschera di Ferro” del 1998. L’iter del capolavoro letterario sembra il più classico: il grande romanzo e le varie riproposizioni destinate a scemare qualitativamente nel corso del tempo, come dimostrato da quest’ultima pellicola diretta da Anderson. Il regista britannico riduce all’osso le sfaccettature conferite alle pagine da Dumas, proponendo una caratterizzazione scontata e banale dei vari personaggi, per cui D’Artagna/Lerman è il giovane donnaiolo e ardimentoso, Porthos /Stevenson è il forzuto lascivo, Athos/McFayden è l’eroe decadente, e così via. I dialoghi sono ridotti a strip fumettistiche che non rendono giustizia e moltissimi accorgimenti sembrano presi di sana pianta da altre pellicole o da prodotti video-ludici (su tutti il recentissimo “Assassins’ Creed”). Motore del film doveva essere l’azione che pure convince poco, divisa tra coreografie trite ed un 3D caricato di aspettative ma che, di fatto, costituisce un apporto veramente limitato alla riproposizione in questione.
Specializzato nell’adattamento cinematografico di videogiochi, da “Mortal Kombat” alla famosissima saga di “Resident Evil”, Anderson sembra non riuscire ad allontanarsi neanche in questo caso dal Mondo delle piattaforme. Scontati e monotematici i tre eroi, cui si aggiunge il troppo giovane Lerman, portato al successo del recentissimo “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo”, e il beniamino Orlando Bloom, che con quei vestiti seicenteschi e l’atteggiamento sprezzante non può non portare alla memoria il “suo” pirata Will Turner. Un plauso lo meritano Milla Jovovich, moglie del regista e già sua collaboratrice svariate volte, e Mads Mikkelsen, acclamatissimo alla 66° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia per la sua interpretazione in “Valhalla Rising- Regno di Sangue”.
Prodotto diretto alle nuove generazioni di appassionati, quest’ultimo episodio dei paladini di Francia si innesta perfettamente nei nuovi meccanismi del mercato. Essere pronti a sacrificarsi per il Dio denaro sembra un dovere, un piacere fare del buon Cinema.
VOTO 4/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

Nessun commento:

Posta un commento