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giovedì 20 ottobre 2011

M. Butterfly (1993)


Ciclo "Per non dimenticare": Il Teatro al Cinema

Jeremy Irons: Renè Gallimard
John Lone: Song Liling
Barbara Sukowa: Jeanne Gallimard
Ian Richardson: Ambasciatore Tovlon
Regia: David Cronenberg
Soggetto: David Henry Hwang
Sceneggiatura: David Henry Hwang
Fotografia: Peter Suschitzky
Musiche: Howard Shore
Scenografie: Carol Spier
Costumi: Denise Cronenberg

Un dramma sentimentale. Lo scontro tra due Mondi diversi. Un gioco di metamorfosi fisica ed interiore che un maestro del genere, quale Cronenberg, non poteva farsi scappare.
Beinjing, 1964. Il diplomatico Renè Gallimard (Jeremy Irons), da poco trasferitosi in Cina insieme alla moglie Jeanne (Barbara Sukowa), finisce quasi per caso al teatro, dove ascolta la cantante locale Song Liling (John Lone) cimentarsi in un’interpretazione della Madame Butterfly. Incuriosito dalla giovane orientale, Renè si lascia trasportare in una relazione adulterina destinata a sconvolgergli la vita, facendogli smarrire bussola e meta.
La pellicola, seppur prenda le mosse da un fatto realmente accaduto, si ispira liberamente al’opera teatrale “Madame Butterfly” messa in scena da Puccini intorno al 1900, a sua volta ispiratosi al dramma orientale in un atto di John Luther Long e David Belasco. Una vicenda di per sé molto forte che viene ulteriormente esaltata dal talento e dal gusto di Cronenberg, che sembra rispecchiarsi totalmente nella pellicola realizzata. Il regista porta sul Grande Schermo due figure tratteggiate con piacevole maestria, il “Diavolo Bianco”, rispettabile e operoso occidentale, e “La Schiava”, fragile donna orientale: sono le rappresentazioni di due universi ancestralmente lontani e posti in maggior conflitto dai moti politici del periodo, il 1968, e dalla Guerra del Vietnam. Ma il conflitto materiale non sembra interessare Cronenberg che, al contrario, predilige il protagonismo del sentimento che sboccia tra i due personaggi, macchiato dal cambiamento. La pudica schiava sboccia nella passione scatenata dal diavolo francese che, a sua volta, si perde nei giochi di vergogna e concessioni imbastiti dalla donna. Si perde a tal punto da non accorgersi della verità che ha davanti agli occhi sino a quando non di dispiega, prepotente e allucinante. La sua vita diviene così una menzogna e nient’altro e l’ultima mutazione si consuma sullo schermo, quando è lo stesso Renè/Irons a vestire i panni di Madame Butterfly mentre il suo amore si allontana per sempre, vestendo i panni occidentali del segreto e dell’ipocrisia.
Da sempre affascinato dal cambiamento e dalle pieghe più cupe dell’esistenza umana, Cronenberg mostra tutta la proprio abilità nella gestione di due talenti come Irons e Lone, capaci di trasportare lo spettatore nel sogno che hanno imbastito per loro stessi. Accompagnano il regista, i compagni di sempre: Peter Suschitzky alla fotografia, Howard Shore alle musiche e Denise Cronenberg ai costumi, cui si aggiunge lo sceneggiatore David Hwang.
Al pubblico è offerta una storia forte narrata in maniera altrettanto vivida, in cui si bilanciano perfettamente passione e vergogna, certezze e segreti, disperazione e profondi cambiamenti. Una pellicola “alla Cronenberg”.
VOTO 7/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

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