traduzione

giovedì 3 novembre 2011

Merlino (1998)


Ciclo "Per non dimenticare": Sfogliando una pellicola

Sam Neill: Merlino
Miranda Richardson: Maab
Isabella Rossellini: Nimue
Rutger Hauer: Vortigern
Helena Bonham Carter: Morgana
John Gielgud: Costantino
Paul Curran: Artù
Martin Short: Frick
Lena Headey: Ginevra
Jeremy Sheffield: Lancillotto
Jason Done: Mordred
Billie Whitelaw: Ambrosia
Regia: Steve Barron
Sceneggiatura: Peter Barnes, David Stevens
Fotografia: Sergej Kozlow Ayers
Effetti Speciali: Tim Webber Ayers
Musiche: Trevor Jones
Scenografie: Roger Hall Dreville
Costumi: Ann Hollowood

Cavalieri valorosi e amori proibiti, streghe e folletti , duelli e cospirazioni. Ci sono tutti gli argomenti della classica opera cavalleresca che per l’occasione trova una piacevolissima riproposizione su celluloide, di quelle che si ricordano per la bella narrazione e la semplicità.
Quando il verbo del Signore Iddio comincia a diffondersi nell’isola di Britannia, la strega Maab (Miranda Richardson), preoccupata dell’imminente scomparsa dei culti che la facevano protagonista decide di “creare” un apprendista che possa mantenere alta la fede del popolo inglese. È così che nasce Merlino (Sam Neill), cresciuto dall’amorevole zia Ambrosia (Billie Whitelaw) fino quando la magia non si manifesta in lui al momento di salvare la giovane Nimue (Isabella Rossellini), unico grande amore della sua vita. Il giovane mago viene reclamato da Maab, desiderosa di sottoporlo agli insegnamenti del folletto Frick (Martin Short). Nonostante l’ottima predisposizione, in Merlino prevale la componente umana che lo allontana da Maab, allontanamento trasformatosi in odio al momento della scoperta degli assassini della propria madre naturale e della cara Ambrosia per mano della strega. Merlino giura, così, di dirigere i propri poteri solo contro Maab, ma la donna ha altri progetti per lui. Ad attendere il mago ci sono ancora i due Re Uther e Vortigern, Morgana (Helena Bonham Carter) e Artù (Paul Curran), Ginevra (Lena Headey) e Lancillotto (Jeremy Sheffield): il momento dello scontro finale non arriverà tanto presto.
Correva l’anno 1135 quando il chierico Goffredo di Monmouth delineò primamente la Materia di Britannia, meglio conosciuta come Ciclo Bretone. Le leggende ed i racconti che hanno alimentato la storia dell’isola a partire dal Basso Medioevo, hanno continuano ad ispirare i letterati moderni che ne hanno ampliato i confini: celebri sono le opere di Mark Twain, di John Steinback ed ancora di Marion Zimmer Bradley. Una saga che ha imposto un fascino millenario e coinvolgente, costituendo un vero e proprio patrimonio culturale universale, non poteva non essere preda della “Macchina dei Sogni”, che ne ha dato svariate riproposizioni in altrettante versioni. Tra queste la produzione firmata Steve Barron, “Merlin” appunto, un film per la televisione il cui format “ridotto” traspare solo dalla durata del girato. Il regista ha il merito di reinterpretare in una chiave tutta nuova la figura del Mago più famoso di tutti i tempi, riscoprendone la parte umana, fatta di illusioni, speranze mal riposte ed errori. In primo piano passa la conflittualità religiosa tra il vecchio paganesimo e il nuovo credo cristiano, intessuta tra le pieghe degli accadimenti che si susseguono sullo schermo, raccontati con maestri a proprio da Merlino/Neill, nell’inedita veste di cantore medievale. L’universo magico viene ricostruito con effetti speciali semplici e, forse per questo, più vicini allo spettatore, ulteriormente immerso nella storia dalla coinvolgente colonna sonora. Nota dolente, come accennato, l’eccessiva durata della pellicola che comunque rispetta la destinazione televisiva, probabilmente ripartibile in più puntate (come avvenuto nella distribuzione italiana).
Come nella migliore tradizione statunitense, nonostante non si parli di un film da sala cinematografica, il cast è ricco. Il neozelandese Sam Neill è alla testa dell’entourage nei panni di Merlino: lanciato al successo da “Jurassik Park” e da “Il seme della follia”, fornisce l’ennesima ottima prova. Al suo fianco spiccano Miranda Richardson, affermata attrice teatrale prestata poi al Grande Schermo, la figlia d’arte Isabella Rossellini, l’allora nascente stella Helena Bonham Carter, il futuro mattatore canadese dei Talk Show Martin Short e gli affermati Rutger Hauer e Billie Whitelaw. Il gruppo è diretto da Steve Barron, avviato alle collaborazioni con artisti del panorama musicale e poi avvicinatosi alle produzioni cinematografiche. Il regista usufruisce della fotografia di Sergej Ayers, delle competenze in materia di effetti del fratello di quest’ultimo Tim, e, soprattutto, del talento del compositore sudafricano Trevor Jones, le cui lodi sono meno cantate ma altrettanto pregevoli: è Jones ad aver realizzato le musiche di film del calibro de “L’ultimo dei Mohicani” e “Riccardo III”.
A volerlo confrontare con le costosissime produzioni degli anni 2000, questo film di cassetta a cui i limiti del VHS vanno stretti fa rimpiangere il Cinema di qualche decennio fa.
VOTO 6/10
Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano

1 commento:

  1. Vorrei gusrdarmelo in italiano ma non lo riesco a trovare ,un tempo su you tube c'era in italiano ora c'è solo in inglese e nei siti non lo riesco a trovare in streaming gratis ma devo registrarmi e non riesco e in più devo inserire il numero di carta ,dove posso guardarlo in streaming

    RispondiElimina