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mercoledì 18 gennaio 2012

Il Punto del Weekend


Il secondo finesettimana dell’anno nuovo ci regala la prima impennata, quantitativa e qualitativa ad un tempo. Delle otto pellicole in uscita nella sale, più della metà vantano un fattura ben sopra la media, con almeno due eccellenze. Senza ulteriori anticipazioni, andiamo a conoscere i protagonisti del weekend appena passato.

I PROTAGONISTI
Dalla penna dell’agente segreto romanziere britannico John le Carrè, lo svedese Tomas Alfredson desume il soggetto della sua secondo perla, “La Talpa”. In una Londra degli anni ’70, il Circus guidato da Percy Alleline deve fare i conti con una possibile minaccia interna, una talpa appunto, il cui debellamento è affidato all’agente pensionato George Smiley. Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong, John Hurt, sono solo alcuni degli attori costituenti il ricchissimo gruppo di caratteristi scelti da Alfredon, capace di mescere al loro talento un sentire cinematografico che pochi possono vantare oggi giorno.
 Ancora dagli States arriva la seconda eccellenza anticipata. Si tratta de “La Chiave di Sara”, pellicola che tratta da una nuova angolazione la strage degli Ebrei di metà ‘900: il regista francese Gilles Paquet-Brannes sceglie, infatti, di riportare alla memoria i fatti di Vel d’Hiv di Parigi, raccontati prima dal punto di vista di Sara, una bambina strappata alla casa insieme alla famiglia che riesce, però, a nascondere e salvare il fratellino, e poi da quello di Julia, che, in procinto di redigere un articolo sui fatti di Vel d’Hiv, si imbatte in Sara e nella sua storia. Una parabola struggente ed intensa fino alla commozione; una vicenda storica perfettamente impressa sulla celluloide dal talento dell’entourage tutto, sia dietro che davanti le telecamere.
“Proseguendo in classifica”, troviamo altre due pellicola d’oltreoceano e una produzione nostrana. “Non avere paura del Buio” racconta la storia della piccola Sally, trasferitasi nel Rhode Island insieme al padre ed alla sua nuova compagna nella villa appartenuta anni addietro al pittore Emerson Blackwood: la dimora ospita già dei mostruosi inquilini che non aspettano altro che l’arrivo di un bambino. Diretto da Troy Nixey ma ampiamente ispirato dalla presenza in fase di scrittura e produzione dal maestro del genere Guillermo del Toro, la pellicola rispolvera l’omonimo film per la televisione diretto nel 1973 da John Newland, realizzando un horror dalle venature popolar-religiose perfettamente mischiato ad una vicenda familiare.
Protagonisti di “Shame” sono, invece, Brandon e Sissy: malato di sesso e in continuo bisogno di appagamento fisico, lui; cantante senza fissa dimora e dal triste passato testimoniato dai tagli sulle braccia, lei. Sono fratelli ma l’unica cosa che sembrano condividere è lo straniamento dal mondo che li circonda. Ritorna il due Steve Mc Queen- Michael Fassbender, dopo l’acclamato “Hunger”, in una pellicola discussa e discutibile: la sceneggiatura poco marcata chiama, finalmente, ad un film d’interpretazione ed implicito; tuttavia, le cose non dette diventano troppe e l’attenzione viene troppo spesso distolta dal vero protagonista della vicenda, il Sesso.
Dal Made in Italy arriva “L’Industriale”, la storia di Nicola Ranieri, proprietario di una fabbrica prossima al fallimento e marito sospettoso dell’amore sfiorito della compagna: l’imprenditore dovrà abilmente dividersi tra banche poco collaborative, colleghi in ascesa, un padre da non deludere, degli operai da accontentare ed una moglie da capire. Nel tratteggiare un chiarissimo quadro dell’Italia dei giorni nostri, quella dei licenziamenti e della crisi, il regista Giuliano Montaldo costruisce una vicenda estremamente personale, impreziosita dall’ottima coppia protagonista Favino- Crescentini, dalla livida fotografia di Arnaldo Catinari e dalla sceneggiatura redatta a quattro mani dal regista stesso e da Andrea Purgatori, capaci di mantenere alta l’attenzione per tutta la durata della proiezione, regalando alla vicenda un inaspettato sbocco.
Seguono un’altra pellicola americana ed un’altra italiana. “L’incredibile storia di Winter il Delfino” si ispira alla storia vera di Winter, una femmina di delfino salvata nel Dicembre del 2005 in Florida, di cui si fa testimone il regista statunitense Charles Martin Smith, sottoponendola ad un ampio rimaneggiamento cinematografico che non ne viola l’anima. Il risultato è una storia d’amicizia indirizzata alla narrazione del profondo rispetto per tutti coloro che ogni giorno devono fare i conti con una disabilità. Tra le fila, spicca il giovane Nathan Gamble, i cui ultimi sforzi vengono premiati con l’affiancamento al senatore hollywoodiano Morgan Freeman.
Ne “L’Era Legale” troviamo una Napoli del 2020, profondamente trasformata dalla conduzione del neo sindaco Nicolino Amore, cui va il merito d’aver fatto della città una metropolita pulita dentro e fuori, grazie soprattutto alla sconfitta della microcriminalità riportata a seguito della liberalizzazione delle sostanze stupefacenti, voluta proprio da Amore. Dalla mente di Enrico Caria nasce questo mockumentary dal sapore tutto partenopeo, che con l’ausilio di validi interventi indiretti (vedi Isabella Rossellini e Carlo Lucarelli), una buona dose d’ironia e il volto noto di Patrizio Rispo, porta ancora una volta sulla scena l’attualissima polemica socio-politica. Un esperimento mal riuscito.
“Amaro” in fundo, “Succhiami”, ennesima parodia demenziale dell’universo vampiresco di Twilight, la fortunatissima serie firmata Stephanie Meyer. Prendendo le mosse dal precedente “Mordimi”, di cui però non rappresenta un sequel, la pellicola di Craig Moss riesce a mettere in piedi, per quando possibile, una comicità ancor peggiore: i ridicoli siparietti e le allusioni scaturiscono puntualmente in uscite volgari e stupide che non strappano nemmeno un sorriso.

LE SORPRESE
Tra le sorprese del fine settimana vanno segnalati due interpreti. Continuamente diviso tra piccolo e grande Schermo l’attore britannico Benedict Cumberbatch: dopo il successo ottenuto con le partecipazioni nelle serie “Hawking” e “The Last Enemy”, ha messo il suo talento a disposizione di lungometraggi come “L’altra donna del Re” e “Espiazione”, fino al più recente approdo alla serie “Sherlock”, attualmente in onda nel circuito italiano. Al fianco di Benedict, la giovanissima Bailee Madison: apparsa per la prima volta in “Un Ponte per Terabithia”, il suo enorme talento trova conferma in “Brothers”, affiancando Natalie Portman, Tobey Maguire e Jake Gyllenhaal e producendosi in un’interpretazione forte ed emozionante. I numerosi premi vinti, l’ultimo dei quali per la sua partecipazione alla serie televisione “Dott. House- Medical Division”,  fanno sperare in una carriera più che rosea.

I FLOP E I TOP
In un weekend con un tasso tecnico così elevato, stabilire i migliori ed i peggiori richiede uno sforzo ulteriore. Vediamo insieme i protagonisti che si sono segnalati negativamente:
3°.    L’ultimo gradino è occupato Steve Mc Queen. Più un richiamo che una critica per il regista di “Shame”, che sembra esagerare nel voler limitare lo strumento scrittura a favore delle immagini, laddove quest’ultime reiterano sempre lo stesso concetto.
2°.    Intermedia la posizione di Enrico Caria. Nonostante l’impegno profuso alla realizzazione del suo “L’Era Legale”, il risultato appare relativamente inconcludente, considerato anche l’obiettivo polemico.
1°.    Preannunciata la candidatura a peggiore del finesettimana di Craig Moss. Il suo “Succhiami” da prova d’una comicità offensiva anche per la riproduzione domestica: un’inutile spreco di risorse.
In ultimo i migliori della classe:
3°.    Nella parte inferiore del podio Giuliano Montaldo. A tre anni da “I Demoni di S. Pietroburgo” e a cinquanta dal suo primo lungometraggio, l’ottantenne regista regala un’altra piccola perla d’italianità cinematografica.
2°.    Medaglia di bronzo a Kristen Scott Thomas. L’attrice britannica naturalizzata francese da sfoggio del suo incredibile talento nell’ultimo “La Chiave di Sara”: dalla consacrazione de “Il paziente inglese” all’abbandono di Hollywood in favore dell’Europa e della famiglia, il suo astro non s’è mai spento.
1°.    Anche in questo caso, candidatura pienamente anticipata per Tomas Alfredson. Gli elogi servono poco quando si è dinanzi ad uno dei più apprezzati e talentuosi rappresentanti del Cinema del momento. La sua sensibilità unica, il suo stile essenziale fatto di sguardi e gesti lo rendono uno dei migliori in quello che fa.

BOX OFFICE
Si ritaglia un posto al vertice dei botteghini “La Talpa”, che con 1.114.278€ raccolti nelle prime quarantotto ore registra duplice successo, di critica e di pubblico. Risultato negativo per le altre uscite del weekend: “Succhiami” si ferma a quota 476.381€, “L’Incredibile storia di Winter il Delfino” a 431.370€, “Non avere paura del Buio” mette insieme 367.701€ mentre “Shame” solo 292.821€. Continua , invece, il successo della pellicola italiana “Immaturi- Il Viaggio”, ormai giunta a 9.320.447€ d’incasso.

Marco Fiorillo
Pier Lorenzo Pisano 

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